Economia e politica climatica
Ospitiamo nel nostro blog la replica dell’economista Richard Tol, Professore presso l’Economic and Social Research Institute di Dublino, in Irlanda, il cui pensiero è stato recentemente travisato sull’edizione di Tuttoscienze de La Stampa dello scorso 1° luglio 2009, in cui è uscito un pezzo a sua firma mai scritto da lui (si vedano i commenti di questo precedente post). Climalteranti ha quindi deciso di dare la possibilità al Prof. Tol la possibilità spiegare il suo vero punto di vista. Il testo originale del Prof. Tol, disponibile qui in lingua inglese, è stato tradotto da Federico Antognazza e Claudio Cassardo.
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Lo scorso 1° Luglio, il quotidiano La Stampa ha pubblicato un articolo a nome mio, dal titolo “Tutti sbagliati i calcoli sui gas serra”. Io non ho scritto quell’articolo. È stato messo insieme dal sig. Fabio Fantoni, capo ufficio stampa della Fondazione Sigma Tau. Il signor Fantoni mi aveva chiesto del materiale per pubblicizzare una lezione da me tenuta a Spoleto l’8 Luglio. Ha scritto un sommario distorto passandolo come un mio lavoro. Questa questione sta ora facendo il suo corso nei tribunali.
Sono grato agli editori di Climalteranti di darmi l’opportunità di mettere le cose a posto. Né la Fondazione Sigma Tau né La Stampa mi hanno dato questa opportunità.
I cambiamenti climatici sono spesso ritratti come il più grande problema del 21° secolo. I politici stanno promettendo profondi tagli alle emissioni di gas serra. Una sostanziale quantità di denaro è già stata spesa per i cambiamenti climatici, e ne verrà speso molto di più se tali promesse saranno realizzate. La domanda che si pone è: quanto abbattimento è giustificato?
I benefici delle politiche climatiche sono quelli di evitare gli impatti dei cambiamenti climatici. Gli impatti sono incerti e di diverso tipo. Sono incerti perché i cambiamenti climatici avverranno nel futuro, e perché non ne abbiamo ancora compreso a fondo tutti i meccanismi. Gli impatti sono altresì diversi perché le coste a bassa quota sono vulnerabili all’incremento del livello del mare mentre le aree montane potrebbero soffrire un declino nelle attività sciistiche, perché la parte più vecchia e quella più giovane della popolazione soffrirebbero in modo sproporzionato a causa dello stress dovuto al calore, o perché le popolazioni ricche possono permettersi l’aria condizionata e quelle povere no. Per un confronto diretto dei costi di riduzione delle emissioni, bisognerebbe esprimere in termini di denaro gli impatti dei cambiamenti climatici, il che è un punto difficile e controverso.
Nonostante queste difficoltà, esistono alcuni risultati rilevanti. I cambiamenti climatici hanno impatti sia negativi che positivi. Per esempio, le case non avranno bisogno di essere riscaldate d’inverno, e le piante cresceranno più velocemente. Questi impatti positivi sono irrilevanti perché avverranno solo nel breve periodo. Possiamo solo considerare i cambiamenti climatici sul lungo periodo. La riduzione delle emissioni perciò riduce gli impatti negativi sul clima, ma lascia inalterati quelli positivi. Esiste quindi un caso economico per le riduzioni delle emissioni di gas serra. Non occorre essere ecologisti nel profondo del cuore per incentivare la politica climatica. Anche freddi calcoli economici portano a tali azioni.
Allo stesso tempo, le stime degli impatti del cambiamento climatico non supportano il linguaggio frequentemente drammatico dei media. I cambiamenti climatici non sono il più grande problema dell’umanità. I cambiamenti climatici potrebbero aver ucciso nel 2009 100.000 bambini a causa della malaria o della diarrea, ma la povertà ne uccide 1.000.000 o più per gli stessi motivi. I cambiamenti climatici potrebbero anche non essere il più grande problema per l’ambiente. L’inquinamento atmosferico sta uccidendo moltissime persone in India e in Cina. Comunque i cambiamenti climatici sono un problema reale, che dovrà essere risolto.
Il terzo punto fondamentale è che il cambiamento climatico influenzerà principalmente i poveri che abitano in posti lontani, che vivono in Paesi caldi e più esposti agli eventi meteorologici, e che non possono permettersi gli strumenti che usiamo noi per proteggersi dai capricci del tempo. Questo significa che la politica climatica non è a nostro beneficio né a beneficio dei nostri figli o pronipoti. La politica climatica è fatta a beneficio dei loro pronipoti. Abbiamo quindi un obbligo morale di non danneggiare gli altri se possiamo evitarlo.
In sintesi, questi risultati argomentano contro l’isteria che è prevalente nel dibattito sulle politiche climatiche, e nel contempo richiedono politiche misurate di riduzione dei gas serra.
Richard Tol
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12 responses so far
Il discorso sui danni derivanti dal mutamento climatico andrebbe comunque ampliato:
http://www.guardian.co.uk/environment/2009/sep/06/global-warming-natural-disasters-conference
Non ci posso credere, anzi… unbelievable !
Non avevo seguito i commenti del post precedente perchè me ne ero andato in montagna.
Ma che c…. di paese siamo diventato
E perchè la Stampa non rettifica subito ?
Mi sembra il massimo: i giornali danno le notizie che la tv non da. I blog danno le versioni corrette di quello che c’è scritto sui giornali.
Bravi.
Ottima iniziativa!
Almeno un luogo dove si restituisce la voce al suo legittimo proprietario.
Io intanto ho girato il link di questo post alla redazione di Tuttoscienze.
Chissà che per una volta un giornale italiano voglia favorevolmente stupirci.
I got a reply from La Stampa today (Sep 7), exactly 6 weeks after I first contacted them. Mr Gabriele Beccaria speaks of an “inconvience”, and claims that is my “mistake” as all credentials were checked. I received three emails in rapid succession, but he fell silent again when I asked for documentation of his claim that I did authorise the article in La Stampa.
[…] subito denunciata dal sito Climalteranti, il docente irlandese ha deciso di fare chiarezza con un nuovo articolo che cerca di sfuggire all’abbraccio mortale sia dei negazionisti che degli […]
Solidarietà al Prof. Tol per lo scherzo che gli ha giocato la Stampa, ma nel suo testo un paio di passaggi non li ho mica capiti
“I cambiamenti climatici non sono il più grande problema dell’umanità. I cambiamenti climatici potrebbero aver ucciso nel 2009 100.000 bambini a causa della malaria o della diarrea, ma la povertà ne uccide 1.000.000 o più per gli stessi motivi. I cambiamenti climatici potrebbero anche non essere il più grande problema per l’ambiente. L’inquinamento atmosferico sta uccidendo moltissime persone in India e in Cina.”
Non è un discorso molto sensato cercare di stabilire quale sia il problema più grande dell’umanità o per l’ambiente.
[…] La Stampa per una strabiliante intervista sull’arrivo dell’era glaciale nonché per un articolo “Tutti sbagliati i calcoli sui gas serra” non scritto dall’autore a cui non è stata concessa la possibilità di una replica […]
[…] “Tuttoscienze”. Visto il precedente del caso della falsa intervista a Richard Tol, smascherata dal nostro post, forse qualcosa dovrebbe cambiare a […]
[…] skeptical article on climate change under my name. It was not written by me, as discussed here and here. Today, the record is set straight (original). The piece calls for a carbon tax in […]
Qualcuno ha avuto notizia di una rettifica da parte della Stampa?
In un caso come questo mi sembra doverosa, insieme alle scuse e alle opportune spiegazioni ai lettori che prestano fede al loro giornale abituale.
Immagino che l’Ordine dei Giornalisti non abbia niente da dire – o forse mi sabaglio?
L’articolo pubblicato l’altro giorno da La Stampa
http://www3.lastampa.it/ambiente/sezioni/ambiente/articolo/lstp/367812/
costituisce di fatto la rettifica ottenuta da Tol
Da luglio 2009 a ottobre 2010 cioè dopo più di una anno. Be’ meglio tardi che mai. Però non mi sembra di avere letto “ci siamo sbagliati chiediamo scusa”. Occorre accontentarsi.