Come evitare una brutta figura…
Da giorni ormai i principali modelli meteorologici previsionali alla scala sinottica (GFS, ECMWF, UKMO, GEM, NOGAPS, JMA consultabili qui) prefigurano scenari invernali su tutta l’Europa: con buona probabilità a partire da sabato la progressiva espansione di un’area anticiclonica sulle Isole Britanniche e a seguire sul Mare del Nord, sulla Scandinavia occidentale, l’Islanda e infine sulla Groenlandia, orienterà le correnti a tutte le quote dai quadranti orientali favorendo la discesa sul vecchio continente di aria di matrice artica continentale, molto fredda. La prossima settimana sarà dunque caratterizzata con buona probabilità da un calo termico significativo e nevicate possibili sulla maggior parte del territorio europeo, localmente anche sulle coste del Mediterraneo.
.
Temperature al suolo previste in Europa durante le prime ore della mattina di
lunedì 14 dicembre (modello GFS)
.
Possibili temperature minime negative in doppia cifra nelle zone interne continentali, specialmente ove si verificheranno rasserenamenti notturni a seguito dell’irruzione di aria artica, percezione del freddo accentuata dai moderati venti orientali. Il Nord Italia probabilmente risentirà di questa prima irruzione orientale dell’inverno 2009-2010 con nevicate possibili in Pianura Padana a partire da lunedì, sensibile calo termico già da domenica. Ancor più accentuato il freddo a Copenhagen, ove non si escludono nevicate significative proprio nei giorni finali della Conferenza sul Clima.
Ed è probabile che molti non si lasceranno sfuggire l’occasione di collegare il tempo freddo con la conferenza sul surriscaldamento globale in corso a Copenhagen.
Sono però due cose diverse. Per evitare brutte figure è il caso di ripetere cose già dette e scritte.
Il tempo è quello che si vede fuori dalla finestra. Il clima è la situazione atmosferica globale, che deve essere valutata sui lunghi periodi, di decenni o più.
La teoria dell’effetto serra non prevede che dappertutto e sempre le temperature medie di un mese o di un anno siano più calde del passato, che dappertutto ogni anno sia più caldo del precedente (semplificazione, brutale, operata raramente dagli scienziati del clima, ma spesso dai media): è la cosiddetta variabilità inter-annuale, concetto ben diverso dalla variabilità climatica decennale e ultra-decennale. Anche con il riscaldamento globale le ondate di gelo invernale e le nevicate saranno possibili, saranno solo meno frequenti e intense.
La confusione è anche fra climatologia e meteorologia, due differenti discipline scientifiche. La climatologia è nata dalla meteorologia, ma ha ormai assunto un suo ruolo, più multidisciplinare, perché deve considerare le interazioni fra l’atmosfera, gli oceani, la biosfera e le masse ghiacciate. Entrambe hanno a che fare con la fisica dell’atmosfera, ma usano strumenti differenti perché anche gli obiettivi sono diversi. Da un lato le previsioni del tempo a breve o medio termine (ore, giorni, settimane, mesi), dall’altro l’evoluzione del tempo medio (il clima) su scale temporali e spaziali completamente diverse. I due piani sono spesso confusi: ai climatologi si chiedono previsioni sul caldo dell’estate successiva, ai meteorologi si chiedono valutazioni sull’evoluzione del clima del pianeta.
A dirla tutta la previsione del “caldo per l’estate prossima” non è terra per climatologi ma neppure forse – o non del tutto – per meteorologi: le previsioni stagionali sono una cosa a metà strada.
Se bisogna proprio decidere tra i due, visto che anche per le previsioni a 3-6 mesi (un anno è forse troppo in realtà) contano ancora qualcosa le condizioni iniziali dalle quali partono i modelli di previsione, è forse ancora materia per meteorologi.
Laddove non contano più (quasi) nulla le condizioni iniziali (e le simulazioni climatiche sono il paradigma di ciò) e i modelli evolvono un “loro clima” guidato solo dai forcing interni e esterni, e quindi si deve andare a valutare che solo le loro proprietà statistiche fittino con le proprietà statistiche delle osservazioni (ad esempio le medie trentennali) allora si rientra nell’ambito proprio dei climatologi. Tra sei mesi e un anno è ancora terra di nessuno, e forse è anche questa una delle ragioni dei frequenti qui-pro-quo…
Ad alcuni meteorologi, comunque, – o a coloro che si spacciano per tali pur non avendo alle spalle una formazione ed una preparazione ottimali – spesso manca il background culturale adeguato per comprendere tutte le componenti e le dinamiche del sistema climatico, che includono settori disciplinari molto differenti tra loro; non a caso fra gli studiosi di meteorologia è elevata la percentuale di quanti non sono convinti delle responsabilità umane sui cambiamenti climatici degli ultimi decenni.
.
Testo di Simone Casadei, Stefano Caserini e Carlo Cacciamani
13 responses so far
In un recente numero del BAMS (bulletin of the american meteorological society) si parla proprio di questo tema. Sono mostrati i risultati di un’indagine dove si rilevano percentuali sorprendentemente alte di scetticismo nei riguardi del problema climatico proprio tra gli weathermen della Tv americana. A quanto pare il problema non è solo nostrano.
Il surriscaldamento globale ha, tra i suoi effetti principali, quello di aumentare i movimenti di aria “meridiani” (cioè quelli nord-sud) a scapito di quelli “zonali”, cioè quelli est-ovest che sono più frequenti perchè causati principalmente dalla rotazione terrestre. Questo causa, a sua volta, un aumento sia delle discese di aria fredda da nord in inverno sia delle risalite di aria calda da sud (con repentini sbalzi termici); è vero?
#Paolo C.
Il climate change viene spesso “riassunto” in una modifica delle grandezze al suolo (temperatura e precipitazioni), valori medi e estremi. Questo è un po’ riduttivo, anche se corretto. Bisogna tener presente che se queste modifiche avvengono al suolo è perchè la struttura della circolazione atmosferica subisce anch’essa delle modifiche. Ad esempio, il probabile aumento delle temperature alle medie latitudini puo’ essere connesso ad una maggiore frequenza di casi di “blocco” anticiclonico (alte pressioni persistenti) dove il tempo rimane stabile per molti giorni favorendo anomalie termiche durature nei campi superficiali (ad esempio non piove per settimane intere…).
Al contrario i flussi da ovest alle medie latitudini avvettano in un luogo aria non molto più fredda (o calda) di quella che già c’è e per altro alimentano la nascita e lo sviluppo di cicloni a rapida evoluzione (5-6 giorni) che difficilmente garantiscono la permanenza di tempo stabile ma piuttosto favoriscono una alta variabilità. Quindi in genere un tempo “zonale” non produce grandi anomalie, al contrario di un tempo bloccato da cui conseguono maggiormente flussi meridiani, appunto.
E’ evidente per i Meteorologi l’errore di bias o deformazione professionale di estendere la comune variabilità meteorologica inter-annuale al Clima trentennale e ritenere così che il Clima, così come il Tempo Meteorologico, sia sempre cambiato per motivi intrinsecamente naturali…cosa però un pò troppo semplicistica, a tratti ‘romantica’ e che non corrisponde necessariamente a realtà…
Quindi per chi si occupa di Scienze dell’Atmosfera, in ambito per così dire amatoriale, è assolutamente opportuno scindere fortemente le due discipline scegliendo di quale occuparsi…
Solfrizzo,
probabilmente lo conosci gia’, ma a conferma di quanto dici c’e’ un sondaggio pubblicato su EoS.
Se sono affetto da una lunga malattia, e noto che gli infermieri che mi seguono e aiutano continuamente sono in generale scettici delle idee dei dottori che stanno lavorando a farmi star bene ma fra lungo tempo, mi tranquillizzera’ sapere che, secondo i dottori, agli infermieri “spesso manca il background culturale adeguato per comprendere tutte le componenti e le dinamiche del sistema”?
Oppure, molto piu’ probabilmente, tutto cio’ mi fara’ pensare che se i dottori non sono capaci di convincere neanche gli infermieri, i quali dopotutto, al contrario di quei dottori, devono dimostrare la loro professionalita’ tutti i giorni, allora c’e’ qualcosa di strano e imperscrutabile, e dunque potenzialmente errato, nelle idee dei dottori?
E che quindi, c’e’ un bel problema da risolvere per quei dottori, problema che dovrebbero affrontare seriamente invece di inventarsi scuse riguardo background culturali adeguati? Le quali scuse, potendo essere appiccicate a molte delle attivita’ umane, non mi sembrano molto serie.
Anche alla LTCM, alla Enron e da Bernie Madoff dicevano che coloro che erano scettici nelle loro capacita’ di far soldi, semplicemente non conoscevano abbastanza, e quindi non comprendevano tutte le componenti e le dinamiche del sistema…
Il paragone “I dottori sono i climatologi – gli infermieri sono i meteorologi” – gli infermieri hanno ragione – è una delle cose più buffe che ho mai letto sul tema.
E cosa c’entra con Madoff ? Non era certo uno scienziato che pubblicava…
Siamo oltre all’arrampicarsi sugli specchi.
Il paragone semmai sarebbe che se lei ha un dolore allo stomaco, e magari ha qualcosa di grave, e va dal dentista o da Milingo che le dice che va tutto bene e le sembra di stare meglio, poi non si lamenti quando le trovano qualcosa.
I climatologi fin’ora ci hanno azzeccato, se si prova a leggere la letteratura scientifica si vede che è cosi’. E per favore non mi dica che le temperature sono costanti e la CO2 cresce perché altrimenti vuol dire che vuole giocare
Sono solo alcuni meteorologi incompetenti di clima (perché comunque tanti altri meteorologi la pensano mooolto diversamente) che ne hanno dette di tutti i colori e ancora continuano imperterriti.
Se guarda sul Blog di Guidi vede che le spara a raffica, senza stare a guardare; ogni tanto Pasini gli mette i puntini sulle i (per usare un eufemismo), ma mi chiedo perché su Climalteranti non gliele fanno notare.
@ Enrica
Non ce la facciamo a rispondere a tutto quanto viene scritto sui blog. Per ora abbiamo scelto di occuparci di quanto passa sui giornali, radio e televisioni. Per il futuro vedremo.
Opinione personale: piu’ interessante parlare di scienza. Va bene seguire cosa viene messo in giro su giornali e TV, ma inseguire anche tutto cio’ che la gente dice nei numerosi blog e forum sarebbe impensabile, oltre che improduttivo. Al massimo, si potrebbero immaginare delle pagine statiche sugli argomenti standard della “galassia scettica”; ma ci sono gia’ tanti siti di buon livello, anche se magari non in italiano. Qualcosa c’e’ anche qui nelle pagine tradotte di RealClimate.
@ Enrica
ben venga il confronto.
Ricordo delle affermazioni di Pasini sul suo blog riguardo l’estinzione degli orsi polari le cause di raffreddamento del periodo 45-75, e su chi avesse diritto a parlare di clima che presentavano delle criticità (per usare un eufemismo), sottolineate tra gli altri anche da alcuni redattori di climatemonitor ad es Mezzasalma
@Enrica – complimenti per il paragonare i meteorologi a Milingo. Mentre attendo un tentativo anche minimo di rispondere in maniera sensata, visto che il resto di quanto scrivi e’ cosi’ generici da non dire quasi niente, c’e’ da ricordare che scrivere che una cosa sia buffa non ha relazione alcuna su quanto quella cosa sia buffa o meno.
@NoWayOut – la “galassia scettica” ha cosi’ tanti argomenti mutualmente escludentisi, che non ha senso parlare di una “galassia scettica”. E’ esattamente come mescolare Fred Hoyle con gli Young-Earth creationists come “scettici del Big Bang”. Una sciocchezza pazzesca.
@Tutti – chi ha paura del confronto con qualcuno, si faccia un favore e non lo nomini…
@Morabito
devo essermi espresso male, era esattamente cio’ che volevo dire. Gli argomenti che vengono fuori nei blog sono cosi’ disparati e, come dici tu, contraddittori che e’ praticamente impossibile, oltre che improduttivo, stargli dietro. Ho usato il termine “galassia” propio ad indicare questo. Forse cosi’ e’ piu’ chiaro.
[…] in passato abbiamo evidenziato la differenza tra meteorologia e climatologia – vedasi ad esempio qui o qui e la recente analisi climatica globale del 2010 – ma dato che ogni qualvolta che in Italia si […]