Una clausola che non esiste (repetita iuvant)
In Senato è stata presentata una mozione che chiede all’Italia di “dichiarare decaduto l’Accordo del 20-20-20” sulla base di una clausola che, però, non esiste.
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Nove Senatori della Repubblica Italiana hanno depositata una mozione sul tema delle politiche sui cambiamenti climatici.
Come per la precedente mozione presentata e poi approvata nel marzo-aprile del 2009, anche questa mozione contiene una quantità record di errori e incongruenze, e costituisce un altro impressionante indicatore del ritardo di una parte del mondo politico italiano sulle questioni del clima e dell’energia.
Tralasciando tutte le infondate affermazione iniziali sulla criticità dei contenuti scientifici dell’IPCC, della “moralità” dei suoi membri (!), nonché la richiesta di avvicendamento del “Presidente dell’IPCC dott. Pachauri e del commissario De Boer” (quest’ultimo aveva già annunciato le sue dimissioni una settimana prima della presentazione della mozione), si vuole in questo post richiamare l’attenzione sulla richiesta principale della mozione, quella di impegnare il Governo a “richiedere l’attivazione in sede di Unione europea” di una “clausola Berlusconi”, che permetterebbe “di dichiarare decaduto, in quanto non più utile, l’Accordo del 20-20-20”.
L’inesistenza di questa clausola era già stata segnalata da Climalteranti in un precedente post.
Per ribadire questo concetto abbiamo chiesto il parere di Carlo Corazza, Direttore della Rappresentanza a Milano della Commissione europea, e autore del libro EcoEurope, che ci ha scritto quanto segue.
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Non sono a conoscenza di una cosiddetta “clausola Berlusconi” che potrebbe far decadere l”Accordo sul 20-20-20.
Forse è bene chiarire alcuni punti che possono apparire scontati agli addetti ai lavori ma che probabilmente non sono ancora sufficientemente chiari ai non esperti.
Non esiste nessun “Accordo 20-20-20” a cui l’Italia avrebbe aderito in sede europea. Esiste invece una politica integrata per l’energia e il clima promossa dall’Unione Europa di cui l’Italia fa parte da oltre 60 anni insieme ad altri 26 altri Stati.
I target 20-20-20 sintetizzano una serie di misure europee già in vigore, e dunque, come tutte le norme europee, con effetti giuridicamente vincolanti non modificabili dal recesso di un singolo Stato.
Notoriamente, il primo 20 sta per il taglio del 20% delle emissioni di gas ad effetto serra a livello europeo; il secondo per la quota di energia consumata che deve essere prodotta da fonti rinnovabili; il terzo indica la quota di energia da risparmiare anche per effetto di maggiore efficienza. Tutti e tre i 20 devono essere raggiunti entro il 2020.
A fissare gli obiettivi europei e nazionali e le politiche per il loro perseguimento sono una serie di Direttive e Regolamenti europei già approvati nella prima metà del 2009 (ad eccezione delle nuove direttive sull’efficienza energetica degli edifici e sull’eco design, che entreranno in vigore tra pochi mesi).
Tutte queste norme sono state negoziate anche da parlamentari europei italiani e da Ministri italiani. Che le hanno approvate sia a livello di voto del Parlamento europeo che a livello di Consiglio dei ministri (le due camere del sistema decisionale europeo).
Non ha dunque alcun senso giuridico una mozione per far dichiarare decaduto l’”Accordo 20-20-20″, sia perchè, ripeto, non esiste nessun Accordo, sia perchè gli atti normativi europei non possono decadere per effetto della volontà di un solo Stato membro.
Certo, il sostanziale fallimento di Copenaghen pone un problema di competitività e di asimmetria delle regole sul piano del commercio internazionale. Se dal 2013 parte delle nostre imprese dovranno pagare un costo per la CO2 che altri non pagano, questo può essere un problema serio. L’UE ne è pienamente consapevole e fermamente intenzionata a non creare situazioni di svantaggio per le proprie imprese, aiutandole invece a rafforzare la leardeship europea nelle tecnologie verdi.
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Carlo Corazza, Direttore della Rappresentanza a Milano della Commissione europea”
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Insomma, i Senatori firmatari, fra cui il Presidente della Commissione Territorio e Ambiente del Senato Antonio D’Alì, sembrano non essere a conoscenza delle basi delle politiche climatiche che vorrebbero far decadere. Sembrano vivere in un loro mondo in cui esistono clausole personalizzate che permettono a singoli governi di ribaltare a piacimento una politica europea sul clima ed energia che arriva da lontano e vorrebbe guardare lontano.
Qualcuno prima o poi dovrebbe avvisarli.
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Testo di: Stefano Caserini
60 responses so far
E’ superfluo sottolineare in questo caso che si tratta di esponenti politici della ‘brillante’ fazione neovincitrice delle recentissime elezioni?
Di certo non saranno stati i ‘verdi’…
Che tristezza
questi non sanno dove sono di casa
Segnalo che questa volta il feed è arrivato lo stesso giorno del post, è nettamente migliorata l’efficienza elettronica.
Ho letto la “mozione”, sembra che l’immaginazione sia arrivata al potere.
Salve, sono Gabriele Biandolino di Net1News, mi occupo di Ambiente ed Energia. Vi scrivo per farvi una proposta di collaborazione. Abbiamo dato vita al progetto Net1news.org, il primo canale di informazione libero, indipendente, equo, trasparente e remunerativo del web dove la visibilità delle notizie è decisa, in tempo reale, dall’interesse dei lettori. Si tratta di un nuovo modello di organizzazione delle informazioni già presenti in Rete, pensato per premiare gli autori più letti di ogni categoria/regione.
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Lo staff di Nettuno sarà presente per tutta la durata del festival al gran completo per dare informazioni e incontrare i partecipanti al progetto.
Non esitate a contattarci per qualsiasi dubbio
A presto e grazie per l’attenzione.
Attenzione, non è da sottovalutare il fatto che Viceconte è anche il nuovo sottosegretario al Ministero dell’Università e Ricerca.
La cosa che è incredibile è che questi signori senatori si mettano a discutere della moralità degli esponenti dell’IPCC, mentre non guardano la loro gigantesca trave.
Ho preso il primo, D’Alì, e ho trovato questo
http://www.marsala.it/rubriche/rassegna-stampa/13307-grande-evento-via-col-vento.html
e questo
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Italiainformazioni_ Cronaca Regionale
“Inchiesta sul senatore D’Alì, respinta la richiesta di archiviazione”
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Ho preso il Viceconte segnalato da Miglietta e ho trovato questo
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la Repubblica.it_Cronaca
“Ecco le carte dell’ordinanza che fa tremare i politici”
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ma ci sono altre inchieste in cui compare il suo nome, non metto i link perchè non si può metterne troppi.
Certo, loro sono garantisti con se stessi; per i capi dell’IPCC il giudizio l’hanno già emesso…
Ragazzi, se questa è l’Italia mi sa che me ne torno all’estero da qui a poco.
@migletta
Cristo santo, qui siamo tutti fregati…sigh…
@ Oca sapiens
Ho letto la “mozione”, sembra che l’immaginazione sia arrivata al potere.
grazie Sylvie, forse farci una risata è la cosa migliore..
@ Altri
Non c’è molto di nuovo, c’è una certa continuità con la precedente mozione; ora hanno almeno rinunciato ad entrare nel merito degli aspetti fenomenologici, se si accetta la timida frase “…ai fini del contenimento a livello globale delle emissioni di CO2, ove mai tale contenimento sia veramente in grado di influire sulle dinamiche climatiche della Terra”.
@ Gabriele
sottopongo la sua proposta al Comitato Editoriale, le faremo sapere, i tempi non saranno brevi… grazie comunque per la proposta
chissà perchè non sono sorpreso. Come scrive Caserini, in fondo non c’è nulla di nuovo.
la miopia con cui si ignora il problema climatico si accompagna a tutte le scelte dichiaratamente anti-ambientali che caratterizzano gli ultimi governi e che, a giudicare anche dai risultati elettorali, sono pure ripaganti in termini di consenso.
Piuttosto, sarebbe interessante conoscere il parere di Corazza anche su un altro punto (chissà se ci legge).
Egli dice che, (sintetizzo), che il programma 20-20-20 ha effetti giuridicamente vincolanti.
Tuttavia la gente comune, come il sottoscritto, percepisce che la Comunità è debole e che, in fondo, le regole europee, come tutte le altre del resto, si possono violare, applicare solo in parte, rimandare ecc. ecc. Dall’Europa giungerà qualche richiamo, qualche rimbrotto, qualche minaccia di sanzione, ma alla fine tutto si aggiusterà e noi continueremo per la nostra (scellerata) strada. E’ così o mi sbaglio?
@Stefano C.
restando in tema, da Realclimate c’è un Poisson sensazionale.
@Oca
sì, ma niente supera lo “sheep albedo feedback” del 2007: 😉
http://www.realclimate.org/index.php/archives/2007/04/the-sheep-albedo-feedbacki/
@Paolo
Era geniale!
Ora forse la parodia è un po’ calcata, ma altrimenti non si distingue dal’originale.
Per esempio questo preprint apparso oggi su arxiv.org – arXiv:1003.6043 – secondo voi sarà carne o pesce?
volevo segnalare a proposito questa iniziativa di 400 ricercatori francesi che hanno scritto al ministro per la ricerca, rispondendo alle accuse mosse principalmente dall’ex ministro per l’educazione (e geochimico) Claude Allegre’ nel suo libro L’Imposture climatique
“Queste accuse e affermazioni perentorie non passano per i canali standard delle pubblicazioni scientifiche, contravvenendo ai principi di base dell’etica scientifica e rompendo il patto morale che lega ogni scienziato alla societa’.
Noi pensiamo che queste accuse richiedano una reazione da parte vostra, e l’affermazione pubblica della piena confidenza sull’integrità e sulla serietà del nostro lavoro.”
http://www.lemonde.fr/societe/article/2010/04/01/climat-400-chercheurs-appellent-pecresse-a-prendre-position_1327231_3224.html
e’ una posizione interessante richiedere al ministro della ricerca di difendere la ricerca pubblica, finanziata con soldi pubblici, che dovrebbero quindi finanziare il meglio per uno stato e per la societa’ e che sono stati assegnati in base alle competenze ed alle capacita’ degli scienziati.
La lettera dei ricercatori francesi mette in luce un punto importante, il rapporto fra scienza e politica e fra scienza e società. Credo che molti scienziati, in tutti i settori, avvertano il disgregarsi di questo rapporto. Se è vero e se questo processo dovesse procedere, nel non possono che venirne conseguenze nefaste.
Mi torna in mente il caso scandaloso dell’On. Gabriella Carlucci e del prof. Maiani … non credo ci sia da aggiungere altro …
e un’altra cosa mi viene in mente, forse a sproposito:
“The individual benefits as an individual from his ability to deny the truth even though society as a whole, of which he is a part, suffers.”
da G. Hardin, The Tragedy of the Commons.
P.S. hat tip to Skeptical Science.
Molto interessante l’iniziativa degli scienziati francesi di chiedere l’intervento del ministro per la ricerca. Mi piacerebbe conoscere la sua reazione.
Chissà come reagirebbe il nostro ministro (Mariastella Gelmini vero?) a un’analoga iniziativa di scienziati italiani.
A proposito dei 9 senatori: sono gli stessi dell’altra volta? Forse sono dei pupi; se è così, chi tirerò i fili?
PS: Nel caso Carlucci Maiani io avrei un’idea di chi tirava i fili…
E’ corretto e pertinente che i citati senatori abbiano promosso una mozione poichè in essa, che è uno strumento della dialettica politica, si sintetizza lo scopo a cui dovranno destinarsi le promuovende azioni tecniche (legislative, regolamentari).
Le parole di Carlo Corazza (“I target 20-20-20 sintetizzano una serie di misure europee”) confermano anzichè smentire la bontà formale della mozione: elaborati i target 20-20-20 a livello politico con un ACCORDO di natura politica (mozione), gli Organi comunitari hanno prodotto gli strumenti per la loro attuazione (direttive e regolamenti).
Dunque, per modificare la “…serie di Direttive e Regolamenti europei già approvati nella prima metà del 2009…” (Corazza) serve un previo ACCORDO politico che modifichi l’esistente ACCORDO politico dei targhet dei 20-20-20.
Le mozioni hanno un senso politico, non giuridico.
@Marcello V e Riccardo R
Per gli strafalcioni del libro di Allègre (uno dei Chevaliers de l’Ordre de la Terre plate, dixit Pierrehumbert), rif:
http://sciences.blogs.liberation.fr/ tra il 20 marzo e il 1 aprile
La ministra ha passato l’appello dei 400 e rotti al presidente dell’Accademia delle scienze per un parere – poi ha annunciato di aver proposto un climatologo come capo del Consiglio per la scienza e la tecnologia
@Francesco M.
le mozioni hanno un senso politico se si riferiscono a clausole esistenti, in caso contrario il senso è… comico?
Le mozioni sono uno strumento di mero indirizzo.
La mozione non è uno strumento tecnico legislativo: esso non deve contenere la dettagliata indicazione delle norme che si desidera modificare nè il testo delle nuove norme (chiamiamole pure clausole) che si desidera promulgare.
Con la mozione, quei senatori hanno richiesto al Governo italiano l’impegno di agire in sede comunitaria per la modifica dei target; quando il Governo assumerà tale impegno il suo passo successivo sarà quello, proprio in attuazione dell’indirizzo recepito, di far modificare in sede Comunitaria le clausole, cioè quelle clausole (esistono, esistono…) che “…sono una serie di Direttive e Regolamenti europei già approvati nella prima metà del 2009…” (Corazza dixit).
Dunque, quella mozione è corretta.
Ma la Camera non aveva approvato all’unanimità – lo scorso dicembre – una mozione di tutt’altro tenore?
http://versocopenhagen.blogspot.com/2009/12/in-italia-lunanimita-per-il-clima.html
@ Le mozioni hanno un senso politico, non giuridico.
Se voleva essere solo un indicazione politica, doveva essere scritta diversamente.
Le mozioni non possono essere campate per aria, devono tener conto di cosa si vuole dichiarare decaduto, della procedura di approvazione, di chi, e quando, ha approvato cosa; nonché di cosa si sta facendo ora.
Altrimenti potrebbe avere senso presentare una mozione per dichiarare decaduta la Convenzione sul Clima, o i trattati di Roma.
L’Europa ha dichiarato più volte, (l’ultima si trova qui http://unfccc.int/home/items/5264.php) di essere pronta a salire al 30 % di riduzione, in caso di accordo internazionale.
Il post comunque mette in risalto che lo strumento con cui si vorrebbe “dichiarare decaduto” l’accordo, ossia l’attivazione della “clausola Berlusconi”, non esiste.
@ oca sapiens
Merci bien.
E’ bello sapere che la ministra della cultura francese ha agito tempestivamente e, direi, nella giusta direzione. Ricordo che anche il governo britannico ha un consigliere scientifico, un prestigioso scienziato. Mi domando da chi si facciano consigiare i nostri politici (e ahimè temo di sapere la risposta).
Poi trovo meravigliosamente umoristico il titolo di chevalier de l’ordre de la terre plate.
@francesco m.
Forse abbiamo capito male e lei intendeva forse dire che la mozione chiede di modificare la clausola o norma Berlusconi, che è tra le clausole che “esistono”? Se sì, per caso sa che clausola è?
@NoWayout
Hardin no! meglio Gandhi,”nel mondo c’è abbastanza per i bisogni di tutti, ma non per l’avidità di pochi”
Avete tutti ragione a chiedervi ragione della clausola che non c’è, scusate la ripetizione. Ma temo che si tratti della clausola che verrà, insomma, sulle orme di Sapir-Wolf si direbbe che il linguaggio crea la realtà, su quelle di Berlusconi il linguaggio la strangola.
Ormai il principio di realtà e il richiamo alla forma giuridica delle mozioni (si ricordi l’esortazione alla sostanza sulla forma di Schifani per capire di cosa si parla) passa tristemente in secondo piano. La crisi economica si farà sentire ancora e le politiche climatiche saranno brandite da urlatori professionisti contro i “burocrati di Bruxelles”. Per chi ha qualche nozione di etologia questi signori sono estremamente prevedibili. Non accontentiamoci di non trovare fondamento alcuno nella mozione per liquidarla troppo in fretta.
Non sono sicuro che c’entri direttamente con il “catastrofismo” e prego la redazione di spostare questo commento dove ritenga più opportuno. Mi sembra una notizia importante e credo sarebbe un peccato non darle rilievo.
Forse molti di voi erano già al corrente; io no e per me è stata una bella sorpresa venire a sapere che l’agenzia USA per la protezione dell’ambiente (Environmental Protection Agency – EPA) ha emesso verso fine 2009 uno statement secondo cui l’attuale e prevista concentrazione dei gas serra in atmosfera rappresenta una minaccia per la salute pubblica e il benessere delle attuali e future generazioni (il documento è disponibile all’indirizzo web http://epa.gov/climatechange/endangerment/downloads/Endangerment%20TSD.pdf ).
Inoltre l’EPA ha richiesto commenti al pubblico e ne ha ricevuti circa 300.000 ai quali ha risposto pubblicamente in modo dettagliato (l’analisi delle domande e le risposte sono disponibili all’indirizzo web http://epa.gov/climatechange/endangerment.html#comments ).
Paragonando questa iniziativa all’assenza di iniziative del nostro governo, o ancora peggio a certe iniziative del nostro parlamento, mi vergogno come Italiano.
Qualcuno dirà che la sto buttando in politica e sto uscendo dal dominio della pura scienza, e forse ha ragione. Ma personalmente credo che “la salute pubblica e il benessere delle generazioni attuali e future” sia una questione politica della quale le autorità devono occuparsi con il massimo senso di responsabilità Speriamo che questo esempio USA faccia proseliti anche da noi.
la notizia viene oggi ripresa anche dal quotidiano “La Repubblica” con un articolo a firma di Cianciullo:
http://www.repubblica.it/ambiente/2010/04/13/news/mozione_clima-3311944/
Pare vi sia anche una contro mozione di segno opposto del centro sinistra.
E’ confortante sapere che questa mozione non avrà probabilmente effetti, se quanto dice Corazza è vero.
Tuttavia che tristezza…che incubo senza fine. Sembra di vivere in un mondo alla rovescia qui in Italia, una realtà orwelliana… l’ignoranza è (popolo delle) libertà, carbone e petrolio sono la modernità, manca solo: il cemento è vita…
E intanto (dati Noaa-Giss) a livello globale si toccano nuovi record di temperatura.
[…] Climalteranti » Una clausola che non esiste (repetita iuvant) 13 aprile 2010 l0cutus Lascia un commento Passa ai commenti via climalteranti.it […]
Le mozioni presentate sono 5 e ora si possono leggere sul sito del Senato in cui si possono seguire i lavori
http://webtv.senato.it/
Saranno discusse domani, mercoledi’ 13/4, mattina
La prima è quella di cui si parla nel post
La seconda è di DI NARDO, BELISARIO, GIAMBRONE, BUGNANO, CAFORIO, CARLINO, DE TONI, LANNUTTI, LI GOTTI, MASCITELLI, PARDI, PEDICA
La terza è di DELLA SETA, FINOCCHIARO, ZANDA, CASSON, LATORRE, FERRANTE, AMATI, BASSOLI, BONINO, BUBBICO, CHITI, DE LUCA, LEGNINI, MAZZUCONI, MOLINARI, RANUCCI
La quarta è di RUTELLI, BRUNO, PISTORIO, LEVI-MONTALCINI, ASTORE, GUSTAVINO, RUSSO, BURGARETTA APARO, OLIVA, VILLARI
La quinta è di D’ALIA, BIANCHI, CUFFARO, GIAI, FOSSON, POLI BORTONE, PETERLINI, PINZGER, THALER AUSSERHOFER
Notare che la quarta mozione, dopo aver criticato l’IPCC, sostiene che la sostanza del rapporto è corretta.
Le richieste sono
a) a promuovere in sede ONU la revisione degli assetti degli organi preposti alle determinazioni delle strategie ambientali senza scadere in valutazioni di carattere personale dei vertici dell’Organizzazione;
b) a chiedere l’attivazione in sede di Unione europea di una rimodulazione dell’Accordo 20-20-20 e chiederne la sostituzione con un nuovo accordo che meglio risponda ai differenti tessuti industriali e produttivi dei Paesi membri;
c) a rivisitare gli impegni di riduzione delle emissioni di CO2 su livelli per l’Italia più equilibrati rispetto a quelli assunti dagli altri Stati membri aderenti ed in linea con quelli assunti autonomamente da Usa, Cina, India, Sud Africa, Brasile e Messico, Paesi maggiormente protagonisti dei consumi di energia mondiali;
d) ad impegnarsi in tutte le sedi diplomatiche ed istituzionali al fine di farsi promotore di un’intesa che coinvolga i maggiori Paesi inquinanti sostenendo anche una condivisione degli impegni connessi con gli obiettivi di sviluppo delle fonti rinnovabili mediante uno sviluppo dei mercati internazionali delle emissioni.
Insomma, dovremmo prendere impegni in linea con quelli che prendono cinesi e indiani…
Dopo l’autorevole parere di Carlo Corazza riportato in questo post non poteva arrivare migliore conferma che quella del Governo stesso sull’inesistenza di questa clausola. Il Sottosegretario Ravetto oggi al Senato, esprimendo il parere del Governo sulle mozioni presentate, ha specificato che la clausola esistente riguarda solo l’eventuale innalzamento della riduzione delle emissioni al 30%. Con questo, a mio avviso, l’argomento centrale del post viene a cadere.
Più in generale sul dibattito in aula di oggi, vorrei aggiungere la strana situazione venutasi a creare con la la mozione presentata dal Senatore Rutelli che, come esplicitamente affermato da lui stesso, è ripresa letteralmente dal documento presentato dalla Presidenza italiana e approvato al G8 a L’Aquila. Pare che nessuno se ne sia accorto. Il Governo aveva dato parere contrario su alcuni punti e si era rimesso alle decisioni dell’aula per il resto. In pratica, negli incontri internazionali si afferma una cosa, all’interno un’altra. La mozione Rutelli è stata, come prevedibile, rigettata lo stesso.
Infatti, la presunta clausola di cui si parla nella prima mozione presentata al Senato da D’Alì et al., che è l’oggetto del post, non riguarda il passaggio al 30 % di riduzione, bensì intendeva chiedere di rivedere il 20-20-20. Il testo è chiaro, ci sono diversi passaggi in cui se ne parla, ad esempio:
“…a richiedere l’attivazione in sede di Unione europea della richiamata clausola Berlusconi nel senso di dichiarare decaduto, in quanto non più utile, l’Accordo del 20-20-20 e chiederne la sostituzione con un nuovo accordo che meglio risponda al dato scientifico…”.
La non automaticità del passaggio al 30 %, che era effettivamente presente nella proposta originaria della Commissione del 23 gennaio 2008, era già stato oggetto di emendamento in sede di Commissione europarlamentare (draft report di Avril Doyle del 5 ottobre). Se ne era parlato nei commenti al post di un anno fa
https://www.climalteranti.it/2009/04/09/esiste-una-%E2%80%9Cclausola-di-revisione%E2%80%9D-del-pacchetto-20-20-20/
I Senatori firmatari non hanno ammesso l’errore, così come hanno cercato di sostenere che De Boer abbia annunciato le sue dimissioni dopo la presentazione della loro mozione, cosa non vera come mostrato nel post.
Per la cronaca, la prima e la quinta mozione sono state approvate, le altre bocciate
La mozione di Rutelli non è passata perchè la maggioranza si è astenuta, e appunto il governo si è “rimesso all’aula”. Questo da l’idea dello stato di confusione mentale o di disinteresse con cui questa materia è gestita.
Un’altra pagina molto triste per il Parlamento italiano.
Chissa’ se e’ meglio il provincialismo confusionario dei nostri rappresentanti piuttosto che le idee chiare e simil-maccartiste del Senatore Inhofe. Cioe’, meglio una penosa e inutile mozione o un rapporto di minoranza dove si elencano una serie di possibili violazioni (pag. 29-31), alcune penali, da parte di scienziati accuratamente elencati (pag. 35-37) con tanto di breve biografia?
Ma similmente al richiamo ad una clausola inesistente dei Senatori nostrani, il Senatore d’oltre oceano mette nel mezzo cittadini stranieri per presunte violazioni commesse all’estero, come se rientrassero nella giurisdizione degli USA.
L’eccesso di fervore anti-AGW gioca brutti scherzi dappertutto nel mondo.
A me pare che di triste c’è solo l’assurda ed ideologica adesione alla teoria dei Cambiamenti Climatici, quando si afferma che questi sarebbero sostanzialmente causati dall’uomo.
Cosa dire poi di “italiani” che gioiscono della beffa e del grave danno causato al nostro Paese da una ripartizione dell’onere di riduzione delle emissioni (Protocollo di Kyoto) del tutto impropria affibbiata all’Italia con il B.S.A. del 1998.
Se si avesse l’onestà intellettuale di esaminare la situazione delle emissioni dei diversi Paesi Ue (ed in particolare di quelli maggiori: Germania, U.K., Francia che – guarda caso – sono quelli che hanno avuto un immotivato vantaggio) in maniera equa e proporzionale, ci si renderebbe conto che l’Italia avrebbe avuto diritto a circa 90 Milioni di tonn. di permessi di emissione in più di quelli avuti.
La dimostrazione di questo è data proprio dal Trattato 20-20 al 2020 dove, grazie all’azione dei rappresentanti italiani al negoziato, sono stati rivisti gli impegni di riduzione dei vari Paesi e l’Italia è passata da – 6,5% al 2012 ad un -5,7% al 2020, mentre Germania ed U.K. sono dovuti salire a -30%, mentre la Francia (che ha obiettivo 0 – zero ! – al 2012) dovrà raggiungere il risultato di -20% !!!
Forse un pò meno di fanatismo “pseudo-ambientale” ed un pò più di amor Patrio, gioverebbe a tutti ed alla capacità competitiva del nostro Paese che, notoriamente, consuma molta meno energia dei suoi concorrenti Ue.
Capisco che per il Presidente di Assocarboni il cambiamento climatico sia una scocciatura. Ma almeno non faccia agli altri la lezione sull’onesta intellettuale e sul fanatismo.
Dal tono usato mi sembra il solito piagnisteo italiano di chi ha un conflitto di interesse grande come una casa, e usa l’accusa ideologica come paravento.
Caro Sorgenti, se ne faccia una ragione di questo problema del clima, conviene anche a Lei; molti petrolieri e carbonai l’hanno capito.
Gli ultimi numeri che ho visto citato da Assocarboni erano cose che non stavano in piedi.
Ma c’è uno studio che supporta questa teoria dei 90 Mt in più ?
O è come la storia del costo del 20-20-20 di 180 miliardi di euro, che poi mi sembra che si era fatto vedere su questo sito che era un errore di calcolo.
Ammetto di avere un ben radicato pregiudizio contro l’Italia, o meglio, una certa Italia. L’Italia dei piagnistei, del sono tutti cattivi che ce l’hanno contro di me; l’Italia che si lamenta dell’onere eccessivo delle riduzioni e nel frattempo, per non sbagliare, le aumenta; l’Italia delle parole senza sostanza; l’Italia che cerca la scorciatoia e si infila nei vicoli ciechi; l’Italia che si crede furba e crede di poter far fessi gli altri gli altri; l’Italia incapace di lavorare duro per un obiettivo comune; l’Italia senza futuro del “meglio l’uovo oggi che la gallina domani”; etc.
Ha ragione Sorgenti, non sono intellettualmente onesto, il mio pregiudizio e’ forte. E lo e’ a tal punto da non prendere nemmeno in considerazione chi fa la predica rispecchiando in pieno questa italietta (minuscolo). Ed e’, di nuovo, questo mio pregiudizio a far si che, contrariamente a Sorgenti, rimango legato a cosa ci dice la scienza, che e’ l’unico modo che conosciamo per non prenderci in giro. (Ogni riferimento a Feynman e’ puramente casuale :)). Ma l’italietta, si sa, non si occupa di scienza, si limita a usarla solo quando torna comodo.
@ Rinaldo Sorgenti
Per capire meglio la sua posizione prendo anche qualche spunto dal suo articolo “L’avversione al carbone nasce da cattiva informazione” http://www.brundisium.net/approfondimenti/shownotiziaonline.asp?id=6034
Vede, quando la sento parlare di “sistema Paese” mi rendo conto che siamo distanti anni luce perche’ oggi le problematiche moderne, e non solo quelle scientifiche, vengono misurate sulla scala del “sistema Terra”. Anche dal punto di vista delle scale temporali probabilmente non ci siamo perche’ tipicamente chi parla di “sistema Paese” non vede oltre i 5 anni. Ma da questo punto di vista anche gran parte della comunita’ scientifica mi sembra ancora piuttosto indietro perche’ non si rende conto che il 2100 e’ probabilmente un orizzonte temporale ancora troppo ristretto per comprendere a pieno la portata dei cambiamenti climatici in corso (e.g. innalzamento del livello dei mari, permanenza della CO2 in atmosfera).
Vorrei inoltre rassicurarla: i nostri strumenti di misura non sono ideologizzati. Non temo derive strumentali fasciste o comuniste perche’ quando misuro il contenuto delle polveri nelle carote di ghiaccio dell’Antartide, se i miei colleghi svizzeri e francesi trovano la CO2 alta io trovo sempre le polveri basse e viceversa. Questo perche’ quando piu’ CO2 scaldava maggiormente il pianeta (ieri come oggi), pioveva di piu’ e quindi l’atmosfera era piu’ pulita mentre accadeva il contrario quando la CO2 era riassorbita dagli oceani ed il clima si raffreddava.
Mi chiedo inoltre se in un paese come l’Italia, non certo conosciuto per la ricchezza di carbone, il futuro dell’approvigionamento energetico stia proprio nel costruire nuove centrali a carbone, come lei sembra auspicare nell’articolo linkato. Mi chiedo anche se, guardandosi intorno, lei proprio non li vede questi piccoli esseri umani di circa un metro che hanno buone chances di arrivare fino all’anno 2100. Ma crede veramente di fare loro un favore auspicando per il “sistema Paese” un futuro energetico legato al carbone ?
Le diro’ poi un’ultima cosa: se per caso fosse anche vero che all’Italia e’ toccata una fetta di emissioni inferiori del “dovuto”, non riterrei questa una cattiva notizia perche’ una volta tanto l’Italia avrebbe avuto l’occasione di fare qualcosa di piu’ e non di meno (sempre pensando in funzione di chi ci sara’ nel 2100). Quello che mi rattrista e’ che se l’Italia si era impegnata a fare qualcosa in piu’, si probabilmente ha ragione lei, probabilmente lo aveva fatto per sbaglio. E stia sicuro che non lo dico per mancaza di affetto per il mio paese… (mi perdoni, caro Sorgenti, ma “amor Patrio” questo si sa un po’ di ideologia…)
Caspita, non immaginavo ci fosse tanto pregiudizio e così poca obbiettività nel voler esaminare i fatti, i numeri, la realtà, cominciando da quella della storia del CLIMA (che dimostra come cambiamenti davvero molto maggiori di quelli – naturali – che si sono verificati nel recente passato, si sono sempre verificati nel passato, quando l’uomo non era in condizioni di influenzare lo stesso), per finire ai “numeri” che sono alla base della grande fregatura attribuita al nostro Paese (con le quote di riduzione decise col B.S.A. del 1998), con il supporto ideologico di tanti “benpensanti” che, evidentemente, hanno forse si un indebito interesse per giustificare e mascherare un danno di tale rilevanza a beneficio SOLO degli interessi INCENTIVATI con le “tasse” sulle Bollette di tutti i consumatori di Energia Elettrica.
Risponderò a ciascun commento singolarmente, nel tentativo di evitare banali ed inutili speculazioni.
@ Antonio (non meglio qualificato, chissà perchè ?) :
Antonio on Apr 17th 2010 at 14:45
Innanzi tutto il mio commento è a titolo personale e non per la carica onorifica che ricopro in Assocarboni che, comunque è solo quella di vicepresidente. Dovrei altrimenti chiedere chi lei rappresenti ?
Non basta tentare di alimentare un ipotetico (e francamente ridicolo) “conflitto di interessi” (che non esiste, se non nella fantasia di chi demonizza la CO2 – gas fondamentale per la vita su questo meraviglioso Pianeta), per risultare credibili.
Quindi, si tolga davvero il “paravento” ideologico dagli occhi ed esamini i dati e non le opportunistiche teorie, tipo Al Gore e company, sonoramente smentiti dai veri e seri scienziati del clima. Non credo sia necessario ricordare le vergognose mistificazioni, solo parzialmente smascherate, dell’attività e dei Rapporti del “famoso” (ahinoi) IPCC.
Che molti abbiano superficialmente bevuto e prese per buone le vostre teorie (credendo alle bufale raccontate in continuità dai troppi interessi correlati – stampa compresa, che nella stragrande maggioranza dei casi approfitta del “sensazionalismo” per riempire i giornali, ma non facendo grandi sforzi per analizzare le cose, prima di raccontarle), è purtroppo una realtà, sotto gli occhi di chi li vuol osservare, tenendoli ovviamente aperti.
Io, per mia personale curiosità (non retribuita) sono circa 15 anni che mi documento e quello che mi porta a gridare allo “scandalo” speculativo è il vedere quanti soldi sono vergognosamente spesi per rincorrere queste fantasiose teorie, che sarebbero invece molto meglio investiti per affrontare i veri problemi che attanagliano l’umanità (tra i quali la fame ed il sotto-sviluppo di moltissimi Paesi nel Mondo). Ricordiamo infatti che oltre 1,6 miliardi di nostri simili NON hanno ancora accesso all’elettricità ed all’acqua potabile, ma dispongono in abbondanza delle antiche e cosiddette Fonti Rinnovabili (solare, eolico) che però sono finora servite a privarli del benessere di cui invece disponiamo noi.
Sa qual’è il peso della CO2 nell’atmosfera ? 385 ppm = 0,0385 % e se poi calcoliamo quello che è stimato essere il contributo di emissioni di CO2 antropiche (< 4% di quel 385 ppm) otteniamo lo: 0,00154%, cioè lo 0,0000154 assoluto !!!
@ Vincenzo on Apr 17th 2010 at 16:12 (anche in questo caso, non meglio identificato):
Non so a quali dati Assocarboni lei si riferisca, quindi se vuole citarli le posso forse rispondere.
Per quanto riguarda invece i numeri che ho commentato io, vi è un pregevole Studio elaborato dalla S.S.C. (Ente Pubblico-Economico) dal titolo: “B.S.A.: dubbi e certezze” che può trovare sintetizzato sulla “Rivista dei Combustibili” visitando il sito: http://www.ssc.it da dove potrà seguire ed evincere questi dati.
L’Italia è, dal punto di vista del consumo dei combustibili fossili e delle emissioni) inconfutabilmente il Paese più virtuoso della Ue27, secondo solo alla Francia (causa il ricorso di questi per il 78% alla produzione elettrica da Nucleare).
Questa fregatura affibbiata al nostro Paese (di cui TUTTI i veri italiani dovrebbero lagnarsi e combattere perchè venga corretta e rimossa) ci è costata (con l’assurda rincorsa al “tutto gas” – siamo il Paese che ha investito, più di chiunque altro, circa 27 miliardi di Euro negli ultimi 5-6 anni per cadere dalla “padella nella brace”, ci sta costando e ci costerà svariati miliardi di Euro, solo perchè l’informazione è del tutto mancante o meglio distorta sui temi energetici.
Pensare che c’è chi favoleggia di faraonici investimenti (finanziati con gli incentivi-tasse) che svilupperebbero l’occupazione (si, quella finanziata dalle tasse!), ma che in realtà finanziano quella – per loro – produttiva, dei cinesi che producono gli “specchietti” per noi. Nel frattempo, noi teniamo gli impianti convenzionali (compreso quelli modernissimi a gas !), accesi al minimo per essere pronti ad intervenire quando il sole non brilla ed il vento non soffia, per evitare il “black-out” della rete !
Visto che lei dice che la stima (che, peraltro, veniva da uno studio commissionato dalla stessa Ue all’Università in Grecia) dei faraonici costi per il sistema Italia (il più penalizzato!) erano “fasulli”, cosa ne dice dei costi stimati dallo stesso Politecnico di Milano dovuto al SOLO tentativo di raggiungere l’obiettivo 17% di F.E.R. con il solare FV ed indicati in oltre 140 miliardi di Euro al 2020 ???
@ NoWayOut on Apr 17th 2010 at 18:48 (immagino si tratti del conduttore del Blog!):
Non stupisce che lei continui a tentare di ridicolizzare chi analizza nel merito le cose anzichè fideisticamente (è il termine migliore che sono riuscito a trovare, pensando in “positivo”, per non ripetermi) galleggiare sulle bufale.
Dov’è la scienza nei filmati taroccati di Al Gore, nei Reports dell’IPCC e compagnia di giro ???
Infatti, gli hanno dato un ridicolo e vergognoso “premio nobel (in minuscolo), per la PACE, non certo per la SCIENZA !
Senza andare troppo lontano (sarebbe lungo citare i tanti veri scienziati che rifiutano le teorie dell’AGW), provi ad esaminare cosa dice in merito il Prof. Zichichi !
Ma se è la stessa Ue che ha dovuto prendere atto della vergognosa mistificazione e fregatura inflitta all’Italia con il B.S.A. del 1998 (con il -6,5% anzichè un più opportuno ed equo + 10% che avrebbe dovuto essere attribuito all’Italia, senza cambiare l’obiettivo di riduzione medio Ue del -8% !!!)e correggere il sistema nel Dicembre 2008, riconoscendo la virtuosità italiana ed assegnandoci ora l’obiettivo del -5,7% al 2020, portando invece:
– la Francia: da obiettivo 0 al 2012 al – 20% al 2020 !!!
– la Germania: da -21,5% al 2012 al -30% al 2020 !!!
– la U.K.: da -12,5% al 2012 al -30% al 2020 !!!
– la Danimarca (il Paese più “ambientalista” e ventoso della Ue): da -21% al 2012 al -28% al 2020!
Immagino, la sua “interpretazione”! …. Quei “frignoni” degli italiani che, accortisi finalmente della vergognosa fregatura, hanno mandato a Bruxelles dei seri funzionari che – semplicemente facendo di conto – hanno raggiunto un parziale recupero.
Ed invece di sdegnarsi per ciò che ci hanno fatto nel passato, cosa fanno e dicono gli “attenti” osservatori come lei? Cercano di confondere le idee dei comuni cittadini che non hanno il tempo e la voglia di approfondire le cose, fidandosi (ahinoi) di tanti “….grilli sparlanti” !
Per un Paese, povero di risorse naturali e basato sul manifatturiero che deve poi in buona misura esportare, vuol dire impedirgli di competere alla pari, in Europa e nel Mondo. Ma fintanto che ci sono tutti questi “studiosi” (pagati dalla collettività) che confondono le idee e le cose, c’è davvero poco di che rallegrarsi.
@ Paolo Gabrielli on Apr 17th 2010 at 23:32 :
Innanzi tutto la ringrazio della fatica di andarsi a leggere qualche mio modesto articolo con il quale cerco di far comprendere il mio punto di vista sul problema del nostro assurdo ed asimmetrico rispetto a tutti i Paesi ricchi e sviluppati del pianeta: “Mix delle Fonti” per produrre l’elettricità.
Ovviamente, non intendo qui entrare nel merito dell’altro argomento, molto più vasto e complesso che riguarda il clima e sono lieto che lei ci si dedichi con attenzione e senza preconcetti.
Ora, per tornare al tema del mio articolo (con il quale cercavo di far riflettere sul problema tipicamente – e quasi esclusivamente – italiano), non si può non osservare qual’è il “Mix” dei maggiori Paesi Ue (od anche G8 ?), dove il Carbone e/o il Nucleare sono le principali fonti utilizzate a casa loro! Sicuramente, lei conosce le “forzature” di chi magnifica la situazione Germania (il 1° in assoluto Paese per sviluppo del Solare FV – che comunque contribuisce SOLO per lo 0,5% alla produzione di elettricità prodotta e consumata in loco) senza mai dire – nello stesso contesto – che questo è per loro possibile grazie alle enormi economie di moneta che riescono a fare con 3/4 dell’elettricità prodotta da Carbone (48%) e Nucleare (27%), che poi parzialmente investono nelle F.E.R. (solare FV ed eolico, grazie al vento che loro hanno al Nord), per poi esportare i pannelli all’estero !
Se lei esamina il “Mix” dei pochissimi Paesi che ci precedono nelle FER, troverà, sempre, che hanno come primarie fonti il Carbone ed il Nucleare.
Per tornare poi al Carbone, sono evidenti i grandi progressi in termini di efficienza e riduzione delle emissioni che si ottengono oggi con i moderni impianti USC a Carbone (come pure i Cicli Combinati a Gas), impianti che comunque sono necessari per un arco temporale non di secoli ma per i prossimi 25-30 anni, quando TUTTI ci auguriamo che la RICERCA e la tecnologia forse ci permetterà di far ricorso a nuove Fonti o Tecnologie Energetiche.
Quindi, non confondiamoci le idee con ipotesi temporali che non possono c’entrano (secolo o più) ed a cui lei fa riferimento.
Nel mio articolo da lei citato, infatti concludo che – una volta tanto – copiamo noi da quelli che hanno saputo fare meglio di noi su questi temi (e non sono meno interessati di noi al benessere ed all’ambiente in cui vivono) e liberiamo le risorse da destinare alla RICERCA (quella a cui lei si dedica) per trovare le vere ed auspicabili soluzioni del futuro (dal 2030-40 in poi), anzichè rischiare il “fallimento” e la bancarotta che ci impedirebbe davvero di pensare al futuro di quei meravigliosi piccoli esseri umani, alti meno di 1 metro, a cui diciamo di voler pensare e garantire un futuro quantomeno NON peggiore del nostro presente.
La ringrazio ancora per il suo gradevole modo di interloquire e la prego di non dubitare circa la veridicità della fregatura affibbiataci (non certo per interesse al clima od alle sorti del Pianeta) dai solerti cugini d’Europa.
Pensi che quando il prezzo del petrolio era a 100 US$ al barile (e gas a ruota), era stato stimato che la penalizzazione dovuta all’assurdo “Mix delle Fonti” dell’Italia, equivaleva a circa 10 Miliardi di Euro all’anno buttati. Quante cose si potrebbero fare con quel tesoro per vere ragioni di salvaguardia ambientale e di benessere per noi tutti ?
Buona serata.
Vede Sorgenti, il fideismo che lei mi imputa nasce da un suo palese pregiudizio, lei ha i “numeri” mentre gli altri no. Qui, invece, si parla di scienza, non le chiacchere che va spargendo in giro per i blog nell’ultimo anno senza uno straccio di riferimento che sia uno. Gli slogan che lei va distribuendo a piene mani del “Gore e’ ridicolo” o “e’ tutta una bufala” hanno presa solo su chi si vuole gia’ sentir dire questo, qui fanno sorridere.
Ignori pure la scienza e confidi nelle famose zichicche se, come sembra, questi sono i suoi veri numeri; continui pure a lamentare il trattamento ingiusto per ottenere un trattamento “migliore”, tanto in Italia siamo ben fuori da qualunque miglioria possa essere ottenuta dai suoi “seri funzinari”; continui a prendere questa supposta ingiustizia come buona scusa per il non fare, in Italia e’ sempre la carta vincente. Otterra’ cosi’ il perdurare dell’italietta insulsa e senza prospettive, si e’ dato un obiettivo davvero minimo.
Se posso permettermi (anche se so di non poterlo, ma a fare prediche ha iniziato lei), si tenga piu’ informato sulla scienza, guardi in questo stesso blog come si puo’ discutere scientificamente fra opinioni diverse. Se, come nel suo caso, vuole ignorare il problema (la scienza), il problema non sussiste ed e’ banale dire che le riduzioni sono eccessive, lo sono per definizione!
Ma capisco che non lo fara’ mai, non le conviene; da sempre la scienza, almeno nel breve periodo, viene messa da parte quando politicamente e’ un’ostacolo. Ed e’ per questa stessa ragione che, non potendo attaccare la scienza, si attaccano personalmente gli scienziati. Mi auguro caldamente, e faro’ del mio meglio affinche’ accada, un vostro insuccesso; questo oscurantismo medievale propio vorrei propio evitarcelo.
Siamo in un campo che non mi è congeniale per cui ho pensato di guardare a cosa è stato fatto dai vari stati fino ad ora. Forse potrebbe essere utile anche ad altri.
Come riferimento, non avendo molto idea sul modo migliore di fare i paragoni, prendo gli stati nominati più volte da Sorgenti: Germania, UK, Francia, Danimarca e, ovviamente, Italia. I dati sono tutti presi dall’ultimo rapporto della European Environment Agency (EEA report N. 9/2009) e sono tutti riferiti al periodo 1990-2007.
Iniziamo con la variazione delle emissioni in percentuale:
Germania -21%
UK -17%
Francia -5.6%
Danimarca -3.5%
Italia +7.1%
Gli altri hanno ridotto, l’Italia no. Va detto pero’ che in Italia e’ iniziata una leggera riduzione dal 2005.
Uno dei punti di forza dell’Italia sono senz’altro le emissioni per persona (in ton CO2/persona), sempre fra 1990 e 2007:
Germania da 15.3 a 11.6
UK da 13.5 a 10.4
Francia da 9.7 a 8.6
Danimarca da 13.4 a 12.2
Italia da 9.1 a 9.3
Anche qui, come è giusto, tutti riducono; l’Italia resta sostanzialmente stabile.
Vediamo infine l’intensita’ energetica, cioè le emissioni per unita’ di PIL prodotto
Germania -41%
UK -46%
Francia -31%
Danimarca -33%
Italia -16%
Su questo parametro anche l’Italia progredisce, sia pur notevolmente meno degli altri.
In definitiva, anche tenendo conto che paesi ad “alta intensità di carbonio” come la Germania dovevano di certo fare uno sforzo maggiore, non ho l’impressione che l’Italia si sia sforzata molto.
Ricordiamo a tutti il limite dei 5 commenti, previsto dalla netiquette, https://www.climalteranti.it/info/
che vale in particolare per i commenti sono lontanamente legati al tema del post, la clausola che non esiste…
Grazie
Interessante il commento ed i numeri riportati da Riccardo Reitano, dai quali si evince che negli ultimi 2/3 anni alcuni dei maggiori Paesi Ue hanno dovuto (e potuto) fare riduzioni più consistenti sulle loro emissioni e tentare di migliorare sensibilmente il loro livello di “efficienza energetica” nell’uso delle fonti energetiche, rispetto all’Italia.
Ma questo NON vorrà forse dire che, appunto, l’Italia è il Paese che da tempo aveva ed ha i migliori indici in termini di “EMISSIONI” e di “EFFICIENZA ENERGETICA” ???
E’ infatti grazie a questo fatto che il nostro Paese, pesantemente penalizzato dalle decisioni adottate in ambito Ue (B.S.A. nel 1998 ed ETS nel 2003) si trova ad apparire in esubero (rispetto a limiti estremamente restrittivi e penalizzanti per noi) quando li si compari con i limiti impostici in ambito Ue !
E’ evidente che se un Paese (come appunto l’Italia) ha già raggiunto e consolidato limiti molto restrittivi (che dovrebbero esserci peraltro riconosciuti da tutti i nostri cugini in Europa) e di cui dovrebbe andare fiero, non può che trovarsi nella condizione di marginalmente superare tale indebita penalizzazione (riduzione del – 6,5% delle emissioni rispetto a quelle del 1990), quando invece, ad una ripartizione EQUA e PROPORZIONALE (cioè basata sul confronto dei dati storici dei vari Paesi: es. alle emissioni del 1990 – anno preso appunto a riferimento), all’Italia avrebbe dovuto essere riconosciuto un obiettivo di: +10%, rientrando comunque con questo nell’obiettivo MEDIO Ue del: – 8%. Ovviamente la differenza, pari a circa 90/100 milioni di tonn./anno di CO2, avrebbero dovuto essere opportunamente ripartite ai diversi altri Paesi che sono stati invece gratificati, stante la loro maggiore presenza e determinazione sui tavoli di negoziazione a Bruxelles: Germania, Francia, U.K., Olanda, ecc.).
La dimostrazione (prova del 9) è data da quelli che sono i nuovi limiti previsti dal Trattato 20-20-20 al 2020, dove l’Italia ha ora un obiettivo più consono alla realtà ed altri importanti Paesi dovranno fare riduzioni ben più consistenti:
– Italia = – 5,7% (rispetto al – 6,5% al 2012);
– Germania = – 30% (rispetto al – 21,5% al 2012);
– U.K. = – 30% (rispetto al – 12,5% al 2012);
– Francia = – 20% (rispetto al – 0% al 2012).
Quando si dice …obiettività !
Certo che discutere oggi dei limiti posti dal Protocollo di Kyoto è un po’ tardi, no ?
Li hanno decisi più di 12 anni fa, non è il caso di accettare e non stare sempre a recriminare?
Il ragionamento di Tiziana ha per alcuni aspetti un fondamento.. per altri non ne ha molto.
Arrivare a dire che l’Italia doveva avere + 10 %.. beh, possiamo anche dire + 20 o 50 %, ma ci vorrebbero degli studi seri che supportino questi numeri (intendo non studi pubblicati su riviste italiane, senza sistemi di peer review, da società di cui gli stessi che scrivono gli articoli sono gli editori)
Tutta questa sbandierata efficenza energetica, poi, riguarda solo qualche settore. Le emissioni dell’italia sono alte anche perchè c’è il settore trasporti che ha aumentato tanto.
Riguardo al 20-20-20 mi sembra che non si coglie un passaggio importante: che in realtà il settore che è cosi’ efficiente, che quello soggetto al Trading, deve ridurre del 21 % rispetto al 2005 insieme agli altri europei, con gli scambi ETS in cui la nazione non conterà piu’.
La riduzione piccola è quella dei settori non ETS, che hanno – 13% rispetto al 2005.
Ultima cosa: il fatto che le emissioni pro capite sono inferiori per ‘Italia, non è che è dovuto al fatto che in Italia di energia per scaldare le case ne usiamo un bel po’ di meno della Germania, perchè noi abbiamo tanto sole e loro no ?
@ Antonio ed altri:
Quando non si sa come rispondere si banalizza dicendo che …. queste cose sono ormai “vecchie” (anche se è ora che le stiamo pagando), oppure si mette in dubbio la correttezza di certe analisi, anche se la loro verifica è semplicissima, perchè lo Studio si base su dati pubblicati dalla IEA-Parigi e quindi mette a confronto dati della stessa natura e coerenza.
Al riguardo penso che sia interessante leggere questo articolo pubblicato qualche giorno fa da “Il Velino”. Vuoi vedere che sono capaci di mettere in discussione anche le analisi e posizioni espresse dall’Autorità Garante della concorrenza ???
Q U O T E
ECO – Clima, Antitrust: Dl su quote CO2 rimedia a svantaggi nuove imprese
Roma, 3 giu (Il Velino) – Il meccanismo stabilito dal dl 72/2010 che prevede la determinazione dei crediti da riconoscere agli operatori qualificabili come “nuovi entranti” e il cui diritto all’assegnazione di quote gratuite di CO2 da parte dello Stato non abbia trovato soddisfazione a causa della incapienza della “riserva dei nuovi entranti”, “se concretamente attuato, potrebbe costituire un rimedio
alla discriminazione più volte segnalata dall’Autorità, anche se è rinviato nel tempo e risulta condizionato da eventi incerti (l’esito delle aste)”. È quanto ha affermato Antonio Pilati, Commissario dell’Autorità garante della concorrenza e del mercato, nell’audizione in commissione Ambiente alla Camera che sta esaminando il decreto sulle “Misure urgenti per il differimento di termini in materia ambientale e di autotrasporto, nonché per l’assegnazione di quote di emissione di CO2”. In particolare, ha spiegato Pilati, “l’Autorità ha sollevato fin dal 2006, e recentemente ribadito, alcuni problemi applicativi che hanno determinato un forte svantaggio competitivo delle nostre imprese nei rapporti con quelle di altri Paesi europei e, all’interno del Paese, tra operatori già operativi e quelli nuovi entranti”. La prima segnalazione aveva visto uno “svantaggio” per l’Italia rispetto ad altri Stati membri per il periodo 2005-2007 “in ragione sia della ripartizione degli impegni prevista dal Burden Sharing Agreement del 1998 che dell’adozione da parte di alcuni Paesi di criteri non adeguati agli obiettivi di riduzione delle emissioni. La discriminazione era idonea a determinare uno svantaggio concorrenziale per le imprese nazionali operanti nei mercati esposti alla concorrenza internazionale e, più in generale, ad avere ricadute negative sulla competitività dell’intero sistema”. Uno svantaggio, ha spiegato Pilati, determinato dal minor numero di quote che “era notevolmente inferiore alle emissioni prodotte nel 2005, a
differenza della maggior parte dei Paesi europei, che invece avevano beneficiato di un numero di quote maggiore di quelle necessarie per compensare le emissioni prodotte”
determinando “uno svantaggio iniziale consistente nell’imposizione di costi comparativamente maggiori sulle imprese italiane, che dovendo rispettare tetti alle emissioni severi, sono state obbligate a fare ricorso al mercato per l’acquisto di quote”.
Da qui l’invito dell’Antitrust che, nel successivo Piano Nazionale di Assegnazione per il 2008-2012, “fosse richiesta alla Commissione una rigorosa coerenza nell’esame dei Piani di allocazione dei diversi Stati membri”. Tuttavia, ricorda Pilato, con una Decisione del 15 maggio 2007, la Commissione Europea ha ridotto ulteriormente il quantitativo delle quote di emissione, con la conseguente diminuzione della riserva di quote per i nuovi entranti. “La diminuzione della ‘riserva nuovi entranti’ si accompagnava all’impegno del Governo, di assicurare la disponibilità di quote nel caso di esaurimento della riserva stessa – ha sottolineato il commissario dell’Antitrust -. In particolare, si era prospettata la possibilità di utilizzare un apposito fondo, previsto dalla finanziaria 2008 e alimentato con risorse pubbliche, per gestire le quote da destinare alla riserva nuovi entranti. Il fondo non è mai stato istituito”. La mancanza dell’istituzione del Fondo, ha chiarito Pilati, ha portato “una situazione di evidente svantaggio concorrenziale” tra chi le imprese nuove entranti, che non hanno potuto beneficiare di quote gratuite e quelle già operanti: “La mancata o minore assegnazione di quote comporta, infatti, un maggiore costo variabile di produzione in quanto l’operatore nuovo entrante dovrà reperire sul mercato i diritti di emissione, sostenendo un onere che non grava sugli operatori che hanno già beneficiato dell’assegnazione delle relative quote a titolo gratuito. Questa situazione peraltro rischia di svantaggiare l’attivazione di impianti più nuovi e, dunque, presumibilmente più efficienti, pregiudicando un’evoluzione positiva della complessiva struttura produttiva esistente”. Se poi si considera il sistema a livello almeno europeo, “ci troviamo di fronte alla situazione in cui le imprese italiane hanno di fatto finanziato, acquistando quote sul mercato europeo, le emissioni di imprese di altri Paesi che hanno beneficiato di un’iniziale dote maggiore”, ha concluso Pilati.
(Alessandro Sperandio) 3 giu 2010 16:17
@ Tiziana
Ma no, che grande notizia.. l’autorità italiana dice che le imprese italiane sono state svantaggiate !
E poi, è diretta da una persone nota per la grande imparzialità, per la grande competenza sull’antitrust, per non guardare in faccia a nessuno.
Provi a immaginare di dover rispondere a questo quiz con due risposte:
Antonio Pilati, Commissario dell’Autorità garante della concorrenza e del mercato, è:
1) Una persona di grande imparzialità e competenza, in particolare sulle questioni relative all’economia ambientale
2) ex commissario uscente dell’Authority per le Comunicazioni, da molti come l’ispiratore della legge Gasparri, già autore di ricerche per conto della Fininvest… (ecc.. ecc..)
Provi a immaginare di dover scegliere,e che il suo stipendio dipende dal fatto che azzecca la risposta giusta… secondo me indovina…
Insomma, avevo chiesto un documento scientifico a supporto delle sue tesi e mi ha risposto con il Velino…
@ Antonio,
Il suo modo di pensare è davvero la migliore testimonianza del modo di interpretare questi temi e del pregiudizio “para-scientifico” che alimenta le incredibili speculazioni sui cosiddetti “Cambiamenti Climatici Antropogenici (AGW). Chiunque la pensi in maniera difforme dall’ideologia catastrofista, è un blasfemo o semplicemente un “venduto” (cioè non si è fatto abbindolare dalla lobby ambientale ???).
C’è davvero da augurarsi che la gente comune cominci a domandarsi qual’è la ragione di tanto accanimento sul tema e perchè questi personaggi che pretendono di parlare a nome della scienza si rifiutino anche solo di leggera la storia del clima, che è sempre cambiato e continuerà a cambiare anche in futuro, a prescindere – fortunatamente – dall’uomo. Quindi osservazioni e registrazioni dirette rispetto a teorie opportunistiche !
Se vuole comunque consultare ed interpretare anche il pensiero delle centinaia e migliaia di veri scienziati delle varie materie correlate, provi (o suggerisca agli altri di farlo) a consultare quanto dicono, approfondiscono e studiano scienziati e studiosi del calibro di Richard Lindsen, Fred Singer, Reid Braison, Ugo Tirelli, Franco Ortolani, Uberto Crescenti, Franco Zichichi (così tanto dileggiato dal suo amico NoWayOut, che immagino invece sbavi per Rubbia …), ecc. ecc. ecc., anche se immagino che chiunque NON la pensi come voi è – per voi – sicuramente un “prezzolato”, venduto agli interessi di parte. Non so perchè, ma a proposito di interessi, stavo per scrivere ….”del solare e relativi specchietti FV, dell’eolico e relative “palle” eoliche anche dove il vento (per fortuna) non è così costante e fastidioso, ecc. ecc..
Ma comunque, per fortuna, una risposta a tutti questi “dubbi” la potremo presto avere, basta semplicemente aspettare qualche anno (non molti per la verità). Basterebbe infatti osservare che le temperature, di fatto, non sono più in crescita negli ultimi 10 anni (seppure nei precedenti 25 anni lo siano state del tutto marginalmente, come peraltro ad intervalli più o meno regolari anche le diminuzioni – appunto la variabilità naturale -).
Immagino che qualcuno risponderà che è causa della crisi economica !
Buona giornata.
@Tiziana
“C’è davvero da augurarsi che la gente comune cominci a domandarsi qual’è la ragione di tanto accanimento sul tema”
Magari la “gente comune”, nel frattempo, ha anche già ottenuto qualche risposta.
http://climafluttuante.blogspot.com/2010/06/blog-post_15.html
Chi è causa di un tale accanimento (cioè “il pensiero delle centinaia e migliaia di veri scienziati “) dovrebbe cominciare a favorire un cambio di strategia, perché, a furia di gonfiare balle rosa, la “gente comune” comincia finalmente ad accorgersi che, oltre il rosa, c’è anche dell’altro.
“Basterebbe infatti osservare che le temperature, di fatto, non sono più in crescita negli ultimi 10 anni”
Beh….anche nelle ultime 3 settimane non sono più cresciute…..o forse sì?
http://img683.imageshack.us/img683/9721/schermata20100626a15231.png
“Variabilità naturale”: certamente importante, ma non sufficiente a spiegare il trend di fondo, che – al di là di tutto il resto – rimane inspiegabile senza tener conto della forzatura antropica.
@Tiziana,
congrats, a lavorare di immaginazione siamo davvero in gamba. E passi per il mio sbavare per Rubbia (!) ma il resto e’ davvero da primato. La temperatura che non sale, la gente che finalmente inizia a capire, il calibro degli scienziati che sanno tutto (solo loro pero’), etc. E quando non e’ immaginazione cosa spunta? Breaking news, il clima della terra e’ sempre cambiato! Scoperta sensazionale da pubblicare su Nature e candidare per il Nobel se solo si fosse aggiunto “piove, governo ladro!”.
Ma passiamo al calibro degli scienziati. Lascio perdere Zichicchi, ripetersi e’ noioso; e tralascio gli altri italiani citati per carita’ di patria, se ne parla gia’ abbastanza in questo blog e ne ha dimenticati diversi di spicco. Prendiamo allora il Lindzen dell’effetto iris che dopo dieci anni nemmeno lui sa piu’ dove cercare e chi l’ha cercato non l’ha trovato? O il Singer del fumo passivo che non fa male (era un “hoax” anche quello, testualmente)? O il povero Reid Bryson buonanima che per quarant’anni ha sostenuto che il recupero dalla LIA era finito e ci aspettava un’altra piccola era glaciale, salvo doverla posticipare continuamente? Tutti possono sbagliare e sbagliano, per carita’; curioso e’ invece il nemmeno accorgersi degli errori quando tutti gli altri te li fanno notare. Il calibro inesorabilmente si restringe, siamo ormai alle pistole giocattolo, tanto rumore e basta. Se prendono soldi non lo so, a parte Singer per il quale e’ quasi ufficiale. Me lo auguro, qualcosa in cambio per il perderci la faccia se lo meriterebbero …
Mi rendo conto che cosi’ ho fornito altro carburante al vittimismo d’occasione cosi’ spesso indossato dagli scettici. Pazienza, tanto non perdete occasione di indossarlo. Ma per cortesia, visto che ne parlate solo voi, almeno risparmiatemi il catastrofismo; o meglio ancora, parlatene a ragion veduta. Dite cosa intendete per catastrofismo, chi ha detto cosa e dove sbaglia. Altrimenti meglio parlare della catastrofe dei mondiali in Sud Africa al bar.
@T. Ferrarese
Scusi, ma “l’ideologia catastrofista” non è di chi descrive la realtà. E’ di chi sostiene che le nuove tecnologie per sfruttare energia pulita portino al disastro economico. E’ un’ideologia reazionaria e perdente perché prima o poi l’innovazione vince – in Italia più poi che prima, ma è una gerontocrazia.
Fred Singer e altri sono”venduti”, nel senso che sono pagati dai petrolieri. L’ho scritto sul Sole-24Ore e non vedo cosa ci sia di sbagliato nel dare un’informazione finanziaria di pubblico dominio. In USA, è obbligatorio dichiarare le spese per il lobbying, i partiti ecc. in bilancio e lo fanno tutti (si detraggono dalle entrate, sa…)
Non le conviene inventare dati sul numero degli scienziati “scettici” o sulle temperature, non siamo analfabeti. E nemmeno mettere Lindzen in mezzo ai quei dilettanti che poi s’offende!
Leggo con qualche sorpresa il dialogo che si è sviluppato sul tema e rimango “basita” nella definizione che “OCA SAPIENS” ha usato qui sopra:
” “l’ideologia catastrofista” non è di chi descrive la realtà. ”
Sembra di leggere la famosa battuta napoletana: “ogni scarrafone è bello a mamma soia”!
Ora l’ideologia è venduta come REALTA’, pura, vergine, inconfutabile !!!
Per rendersi conto del pregiudizio, basta anche vedere come viene definito e trattato quel gran gentiluomo (oltre che serio scienziato) quale è il Prof. Fred Singer, che si batte da anni per confutare le speculazioni “catastrofiste” degli assertori dei “cambiamenti climatici antropogenici” !
L’associazione (senza fini di lucro) del Prof. Singer ha ottenuto una devoluzione di 10.000 Dollari dalla Exxon, per i l’attività dell’associazione e questi personaggi, speculativamente, considerano ed usano questo per denigrare il Prof. Singer definendolo “venduto”.
E cosa biasognerebbe dire allora delle famose lobby “ambientaliste” che ricevono milioni dalle varie compagnie del settore energia (petrolio e gas) per le loro attività ?
TUTTI “venduti” ???
Circa il numero degli scienziati “scettici” (ovvero realisti), non c’è bisogno di “speculare”.
Basta navigare nei tanti siti (non solo quelli “catastrofisti”) ed accorgersi di quanti sono quelli seri che hanno firmato le varie petizioni al Congresso ed al Presidente Obama. Per non parlare dell’Associazione “GALILEO 2001” che ha inviato varie petizioni al Presidente della Repubblica italiano.
Tutti scettici “venduti” ???
Ma quando la smetterete di speculare su queste fole dell CO2 e dei “cambiamenti climatici causati dall’uomo ? Per fortuna la storia e le evidenze del passato (non quelle costruite ad arte dai “seri scienziati” che hanno inventato il famoso “Hockey Stick” (che bisognerebbe pensare bene a cosa farne, dello stick.
@Anna
Fred Singer si fa pagare molto di più e non solo dalla Exxon o solo attraverso la per smentire l’AGW – e prima i danni del fumo, dell’amianto, dei CFC ecc. Legga il suo c.v. sul sito dello suo Istituto Heartland, o sul Washington Post , 21 febbraio 2001: “il mio curriculum indica chiaramente che da vent’anni sono il consulente di varie compagnie petrolifere.”
Vorrà mica accusando il suo “gentiluomo” di essere un bugiardo, vero?
I bilanci del WWF, Greenpeace ecc. sono pubblici: mi dice chi ci ha dato quei benedetti “milioni” e magari quando?
ups, correggo: “attraverso la SEPP” e “vorrà mica accusare”, chiedo scusa.
@Anna
Sicché, ricapitoliamo: le lobby del carbone e del BigOil finanziano le attività dei gruppi ambientalisti mirate a ridurre le emissioni e quindi i consumi di quella risorsa che fa tanto big le sisters. Uhm….questo tipo di “logica” al limite dell’antinomia devo averlo già sentito da qualche parte….al diavolo la mia memoria arrugginita….oggi proprio non riesco a ricordare dove lo ho già letta o sentita…
@ Oca Sapiens & Steph,
Incredibile! Arrivano addirittura ad esprimere “stupore” sui regolari finanziamenti che le varie multinazionali elargiscono (con varie finalità) alle tante lobby ambientaliste, come se si trattasse di una fola.
Suvvia, capisco con i vostri messaggi sono prevalentemente indirizzati ad un circuito che acriticamente crede alla vs. logica dei “cambiamenti climatici antropogenici” a prescindere dalle storia e dalle evidenze, ma catalogarli implicitamente tutti come ingenui boccaloni, forse è troppo, non vi pare?
A proposito, che ne dite del fatto che la temperatura non è più crescita dal 1998 (in occasione del fenomeno El Nino e che il fenomeno si è ripetuto – guarda caso ! – proprio in occasione del suo periodico ripetersi, per poi velocemente ridiscendere ?
Dev’essere tutta propaganda dei liberi pensatori che, non avendo un credo preconcetto, … “poverini” ….divagano, anzichè concentrarsi sulle ideologie !
Basta avere pazienza e tutto emergerà con, guarda caso, SOLARE evidenza. Buona, bonaria insolazione vacanziera.
Mah, io chiuderei questo topic. Certe banalita’, certi interventi vuoti e provocatori (e offtopic) puzzano di mera azione di disturbo, unica disciplina in cui i “negazionisti climatici” eccellono.
@Anna
1998: sì, se si guarda il grafico al contrario, in effetti, potrà persino notare che scendono…
http://img835.imageshack.us/img835/6455/trend.png
@NoWayOut
concordo!
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