Dalle fotografie sui ghiacciai la conferma del clima che cambia
La situazione dei ghiacciai del pianeta, mostrata dai dati disponibili del World Glacier Monitoring non è affatto buona, anche in Himalaya, come discusso in un precedente post e mostrato dalle riviste scientifiche. Perciò ospitiamo volentieri il contributo dell’associazione Macromicro che racconta del prezioso lavoro di ricognizione fotografico-scientifica effettuato ripercorrendo le orme dei grandi fotografi esploratori italiani del secolo scorso. Un quadro dell’evoluzione dei ghiacciai montani del pianeta si può infatti avere confrontando foto antiche e moderne dei ghiacciai, come sarà discusso in un convegno il 15 ottobre a Roma presso la Società Geografica.
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Un quadro della situazione si può avere anche dal confronto tra immagini storiche e moderne. Questo confronto mostra, spesso anche in maniera estremamente evidente, i cambiamenti occorsi ai ghiacciai, come nelle immagini qui sopra, che ritraggono il ghiacciaio Baltoro, che in questo caso ha subito una perdita di spessore di decine di metri.
Le osservazioni dello stato di fatto e di ciò che è già avvenuto sono il punto di partenza per effettuare valutazioni sull’evoluzione dei ghiacciai e sugli effetti dei cambiamenti climatici su di essi.
Da alcuni anni l’Associazione Macromicro sta realizzando un progetto multidisciplinare dal titolo “Sulle Tracce dei Ghiacciai” che, avvalendosi di fotografi specializzati e di un apposito Comitato Scientifico, coniuga l’indagine fotografica e la ricerca scientifica al fine di analizzare gli effetti che i cambiamenti climatici stanno avendo sui più importanti ghiacciai non polari della terra.
Tramite diverse spedizioni, dirette ai maggiori ghiacciai del pianeta, sono state e verranno ulteriormente acquisite nuove immagini fotografiche che riproducono gli esatti punti di vista di riprese effettuate all’inizio del secolo scorso dai più importanti fotografi esploratori italiani. La comparazione delle immagini storiche e moderne e le misurazioni effettuate sul campo stanno fornendo agli studiosi del Comitato Scientifico del progetto dati utili per dei contribuire allo studio dell’evoluzione recente dei ghiacciai, preziosi indicatori della dinamica climatica in atto.
Nel 2009, in occasione del centesimo anniversario della spedizione del Duca degli Abruzzi in Karakorum, è stata effettuata la prima delle missioni previste nell’ambito del progetto.
Fabiano Ventura, fotografo professionista e ideatore del progetto, dopo una lunga preparazione di studi e ricerche d’archivio, è riuscito ad un secolo di distanza a replicare, dallo stesso punto di vista, le riprese fotografiche realizzate ad inizio secolo in Karakorum dai fotografi Vittorio Sella e Massimo Terzano, che parteciparono alle più importanti spedizioni esplorative italiane della regione, rispettivamente nel 1909 (guidata dal Duca degli Abruzzi) e nel 1929 (guidata da Aimone di Savoia, Duca di Spoleto e coordinata per la parte glaciologia da Ardito Desio). Ventura ha georeferenziato tutti i punti di ripresa ed ha realizzato tutte le fotografie con camere di grande formato, ottenendo immagini di altissima risoluzione e qualità, così da poter comparare punto per punto le immagini storiche a quelle moderne avendo la stessa risoluzione e lo stesso rapporto di ingrandimento.
La simbiosi tra glaciologia e fotografia sarà oggetto di discussione nel convegno: “1909-2009: Cento anni di glaciologia e di fotografia in Karakorum. Problemi e risultati di una simbiosi secolare” che si terrà il 15 ottobre pv. presso la sede della Società Geografica Italiana a Roma. Al convegno interverranno, oltre a Fabiano Ventura, il Prof. Claudio Smiraglia, Professore Ordinario all’Università Statale di Milano, già Presidente del Comitato Glaciologico Italiano, e il Prof. Kenneth Hewitt, Professore Emerito di Geografia e Studi Ambientali della Wilfrid Laurier University a Waterloo (Ontario, Canada), entrambi membri del Comitato Scientifico.
Il Comitato Scientifico, dopo aver analizzato i dati di terreno e confrontato le fotografie storiche e moderne, ha confermato il comportamento anomalo dei ghiacciai del Karakorum rispetto ai ghiacciai delle Alpi o del vicino Himalaya. Mentre questi ultimi in un secolo hanno perso anche il 30% o il 50% della loro massa, in Karakorum i ghiacciai hanno avuto un’evoluzione più complessa e differenziata; certamente vi è stata una perdita di massa, ma non così accentuata come in altri luoghi della Terra. Alcune fronti di ghiacciai risultano stabili come il Baltoro, altre si sono arretrate di oltre 3 km come quella del Biafo, altri ghiacciai ancora sono addirittura in espansione anche con fenomeni di avanzata rapida (surging glacier). Le motivazioni di questa dinamica glaciale così particolare possono essere molteplici: legrandi dimensioni di questi ghiacciai e la loro altezza media che si trova ad una quota superiore rispetto a tutti agli altri ghiacciai della Terra, e questo comporta delle temperature più fredde in generale; la loro estesa copertura detritica che riduce l’ablazione; l’alimentazione nevosa, derivante non solo dalle precipitazioni monsoniche ma anche dai venti occidentali, che dipende soprattutto da fenomeni valanghivi.Di tali aspetti, ed in particolare della simbiosi tra glaciologia e fotografia, si discuterà in dettaglio durante il convengo sopra citato.
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Per maggiori informazioni sul progetto e sul convegno: www.macromicro.it
Per vedere altre fotografie di confronto clicca qui
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Testo a cura dell’Associazione Macromicro
35 responses so far
strano! pubblicato stamattina e nessuno ha ancora detto che si tratta di fotomontaggi! Potenza delle immagini o falangi artritiche?
Ho visitato tempo fa una mostra fotografica svizzera sullo scioglimento dei ghiacciai alpini. Mi ha impressionato il rigore e la precisione con cui le vecchie foto sono state riprese, una cura meticolosa tipicamente svizzera. Mi sembra che queste foto siano, se possibile, ancora più accurate. Addirittura commovente l’attenzione a dettagli come la persona sulla roccia. Complimenti!
@ Antonio
Forse si riservano di andare a verificare di persona prima? Consiglio il Ghiacciaio dei Forni sopra Santa Caterina Valfurva, da Milano è una gita in giornata e al rifugio ci sono delle vecchie foto. Oddio, saranno fotomontaggi?
Il successo internazionale che questo progetto sta avendo parla da se. Un lavoro utile, ben fatto e, perché no, bello. Complimenti.
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@Gianfranco
quest’estate in Val di Rabbi ho parlato con un paio di ologrammi di ottant’anni ciascuno che mi assicuravano che quando erano ologrammi più giovani vedevano durante l’estate i fotomontaggi di cime innevate dove ora la neve non c’è più. Parlo di cime basse, non più di 2800 mt.
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@Antonio: quali sarebbero i fotomontaggi? Mi piacerebbe tanto sapere che grado di compentenza hai per fare un’affermazione del genere…
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@ Falco + Antonio
Guardi che le battute che Antonio e io ci siamo scambiati a proposito dei fotomontaggi sono ironiche. C’è infatti motivo di credere che qualcuno accuserà questo splendido lavoro sui ghiacciai di essere fasullo, basato su fotomontaggi o chissà che altro.
Immagino che negheranno anche la scomparsa di Holland Island riferita da Repubblica martedì 26/10. Uno ammonirà gravemente che occorreranno lunghi e approfonditi studi per confermare che l’isola sia effettivamente stata sommersa, anzi che sia mai davvero esistita. Un altro strillerà che è la seconda peggiore bufala della storia dell’umanità (indovini qual è la prima?). Mi domando che posto occupano, nel mondo virtuale di costoro, i Protocolli dei savi di Zion o le armi di distruzione di massa in Iraq.
@Gianfranco: Ragazzi, non avevo colto l’ironia 🙂
bravi ragazzi avete scoperto che il clima cambia….bene a quando la scoperta dell’acqua calda?
Sinceramente non mi sembra che le foto evidenzino riduzioni così eclatanti dei ghiacciai.
Anzi faccio fatica a vederlr queste riduzioni..
Strano che le foto siano proprio del 1909 anno in cui le temperature sono cominciate a risalire dopo aver toccato il punto più basso dopo molti anni (-0.5 sottomedia)… ma lol. Sappiate che da allora ad oggi la T è aumentata globalmente di 1C° vale a dire che siamo poco sotto il mezzo grado sopra media. Ma dal 2000 la T è in discesa: http://climate4you.com/images/NCDC%20MAATand3yrAverage%20Global%20NormalisedFor1979.gif
E’ vero, l’ultimo decennio il ghiaccio in Groenlandia e’ arrivato fino alla costa, l’artico e tornato ai tempi dell’ultima glaciazione, i ghiaccia alpini sono arrivati alla pianura padana, la temperatura e’ stata la piu’ bassa degli ultimi secoli, il livello del mare di consegenza scende precipitosamente salvando (finalmente!) Venezia, etc.
Sogni d’oro caro Luca, almeno finche’ dormi non disturbi chi lavora.
@NoWayOut
E nel 1909 Vittorio Sella s’è messo d’accordo con quelli dell’Ipcc.
@ giovanni geologo
Al momento siamo impegnati a mettere a punto la ruota. Se lei è avanti con l’acqua calda potremmo mettere in comune le rispettive scoperte. E adesso che ci siamo scambiati qualche battuta spiritosa, possiamo per favore tornare alle questioni serie? Lei mette in evidenza nel nickname che si è scelto una laurea in scienze: fa bene a esserne fiero, ma guardi che è in primo luogo una responsabilità.
@ Gianni
Ci son anche altri lavori che documentano la diminuzione dei ghiacciai, non solo rispetto al 1909, e.g. http://www.greenpeace.org/luxembourg/photosvideos/slideshows/les-glaciers-sous-serre . Può anche verificare di persona ad esempio al ghiacciaio dei Forni sopra Santa Caterina Valfurva. Sa ancora non vede differenze le posso indicare un bravo oculista. Specialisti che curino la malafede invece non ne conosco.
@ NoWayOut + oca sapiens
Senza dimenticare che le acque dei mari non sono diventate più acide. E se per caso ciò è avvenuto la causa non è il CO2 antropogenico e grazie a questo provvidenziale cambiamento di pH potranno prosperare specie marine non provviste di scheletro di carbonato.
Però in fondo si può vedere del buono nel fatto che Giovanni, Luca e Gianni leggano Climalteranti: forse si informano per capire meglio come stanno le cose. Un precoce attacco di ottimismo senile?
@oca sapiens ma chi ha detto che Sella si sia messo d’accordo con l’ipcc? Il fatto è che 100 anni di storia non sono abbastanza per dire con fermezza che il trend delle T sia così allarmante come volete far passare. Certo c’è stata una diminuzione dei ghiacciai nell’ultimo secolo ma non è stata nè sarà la prima volta che ciò accade, la ciclicità di periodi più caldi alternati con periodi più freschi è un dato di fatto ma si parla di millenni, voi vi focalizzate troppo sull’ultimo secolo.
Poi perchè non credo come a tutti al gw non significa che non abbia una coscienza ambientale: l’ultimo investimento è stato mettere il fotovoltaico sul tetto…ma magari non vi andrà bene nemmeno questo ;).
@ Luca
100 anni di storia non sono abbastanza per dire con fermezza che il trend delle T sia così allarmante come volete far passare.
E allora cosa facciamo ? Aspettiamo altri 100 anni e arriviamo a + 3° o +4°C?
Se fossi in Lei proverei a chiedermi perchè i più grandi scienziati di tutto il mondo invece sono molto preoccupanti per l’aumento già registrato e per quello “in the pipeline”.
Se legge un po’ dei post precedenti trova molto materiale per riflettere.
Oppure le consiglio il libro di Hansen che ho appena finito, davvero molto bello, ringrazio per la dritta data con la recensione dello scorso post.
@vincenzo ovvio che non aspettiamo, ma perchè prendere per oro colato tutto quello che i media ci propinano? Sono per il rispetto della nostra Terra, per la cura delle foreste, dei mari, e per la diminuzione delle porcherie che buttiamo in aria, ma lo sono a prescindere dal fatto che ciò faccia salire o meno la temperatura. Ci preoccupiamo del clima-pulito dimenticandoci della scienza-pulita, e per me, sotto questo gw, c’è molta scienza sporca di denaro.
@Luca
L’ho detto io, con NWO siamo per estendere la teoria del complotto.
“non credo come tutti al gw”
quello che crediamo importa poco, non cambia la realtà né delle temperature né degli altri cambiamenti né il fatto che non accadevano da millenni.
“per me, sotto questo gw, c’è molta scienza sporca di denaro”
Intende dire se gli scienziati fanno ricerche collegate al clima, sono pagati di più?
Giusto! Non prendete per oro colato quello che passa sui media, tipo che i climatologi non capiscono di clima, i fisici di fisica, i chimici di chimica e che la CO2, chissa’, forse non esiste nemmeno.
Piccolo suggerimento per chi mastica l’inglese, la mitica Rachel Maddow suggeritaci dal mitico Peter Sinclair.
@Gianni
Se non ce la fa a vedere le riduzioni, guardi anche qui
http://www.globalwarmingart.com/wiki/Glacier_Gallery
se non ce la fa neanche qui… non so proprio cosa dirle!
Lila
non aggiungere altro, tanto chi vuole credera’ lo stesso che sono fotografie modificate ad arte. Guarda che lavoraccio ha dovuto fare Mauri Pelto per tenere aggiornato il suo sito sui ghiacciai. Stiamo precipitando verso una nuova era glaciale e nessuno e’ ancora riuscito a spiegarlo ai ghiacciai che ottusamente continuano a ritirarsi …. mah, che glaciologi scadenti …
😉
@Luca
“voi vi focalizzate troppo sull’ultimo secolo.”
Ma quelli che invece hanno esteso il focus ad es. agli ultimi 3 millenni di storia glaciale alpina deducendone importanti asserzioni, lei proprio li vuole ignorare?
@Gianni
“Sinceramente non mi sembra che le foto evidenzino riduzioni così eclatanti dei ghiacciai.
Anzi faccio fatica a vederlr queste riduzioni..“
Una visita oculistica che forse vale il viaggio, magari le danno un paio di occhiali e – se del caso – può sempre ripiegare sullo shopping natalizio:
http://www.wgms.ch/downloads/WGMS_Symposium.pdf
@Gianfranco, steph e altri: le affermazioni offensive si commentano da sole. Magari ci saranno anche altre foto più evidenti ma quelle riportate mostrano ben poco.
@ No Way Out
Quel video di Rachel Maddow che hai linkato (http://climatecrocks.com/2010/11/05/the-greatest-threat-to-the-planet-the-right-wing-echo-chamber/) è impressionante, nonchè importante.
Ma qui siamo fuori tema, appena posso scrivero’ un post su questo cosi’ ne parliamo con calma.
@ Gianni
Visto che mi sembra che Lei sia del Trentino, le consiglio gli atti di un altro bel convegno, che si è tenuto a Trento mesi fa.
http://www.meteotrentino.it/clima/Atti_Convegni.aspx?ID=175
In particolare altre evidenze le trova nella relazione di Kappenberger
http://www.meteotrentino.it/clima/pdf/convegno_2010/5_Giovanni_Kappenberger.pdf
Oppure, se ha voglia di leggere un articolo scientifico sul tema, le consiglio l’ultimo di Paolo Gabrielli http://www.igsoc.org/journal/56/199/j10j059.pdf
@ Li leggerò senz’altro, grazie delle informazioni.
Grazie dei preziosi contributi, Stefano. Bellissimo il ppt di Giovanni Kappenberger, avevo già visto da lui un paio di anni fa (prima che finisse a Meteosvizzera per… meritata pensione) le sue foto in Himalaya, impressionanti.
@Gianni
scusa se le sono sembrato offensivo, mi pareva di aver colto del sarcasmo nel suo primo intervento e avevo risposto con lo stesso, sbagliando.
Comunque, se le interessa e ha tempo (e non vive troppo lontano), l’8 dicembre c’è il simposio del WGMS all’Università di Zurigo (iscrizioni via mail entro il 28/11) con un bel programma ricco di presentazioni, consiglio quelle di Häberli (mio prof di glaciologia…;-), di Zemp e di Stroeve per l’Artico. Io ci andrò, forse con Mercalli.
@ Gianni
Ha ricevuto da me, da Lilla, da Steph e da Stefano Caserini una massa imponente di documentazione di estrema chiarezza e ineccepibile rigore sull’evoluzione dei ghiacciai. Se davvero è in buona fede, la esamini con la debita attenzione. Ci vorrà un po’ di tempo. Poi mi faccia sapere. Sarò felice di ritirare l’insinuazione.
Vorrei aggiungere qualche commento all’affermazione “voi vi focalizzate troppo sull’ultimo secolo.”
Tanto per cominciare su Climalteranti ci sono molti articoli che trattano del clima anche in secoli precedenti fino alle epoche più lontane.
E poi il CO2 antropogenico è un fatto del XIX e XX secolo: fabbriche, ferrovie, riscaldamenti e centrali elettriche a carbone; motorizzazione di massa a petrolio; deforestazione e cementifici.
Mi sembra dunque ovvio approfondire le conseguenze di tutto ciò, e doveroso cercare di mitigarle.
@ Redazione
Mi rendo conto di aver superato il limite di 5 commenti. Però mi sembrava un’osservazione pertinente e utile. Posso sperare, eccezionalmente, in una deroga? Grazie.
[…] sono indiscutibili ( aumento dei gas climalteranti in atmosfera, aumento delle temperature, riduzione dei ghiacci, […]
[…] “Sulle tracce dei ghiacciai” è un progetto da me ideato, e che ho realizzato riunendo un team di scienziati, fotografi e alpinisti e ripercorrendo in 6 spedizioni le catene montuose più significative del Pianeta, studiando gli effetti dei cambiamenti climatici coniugando la comparazione fotografica e la ricerca scientifica sul campo. Ogni spedizione prevede infatti un confronto fotografico in alta qualità tra le immagini storiche e quelle attuali, ritratte dallo stesso punto geografico, nonché la raccolta di dati sul campo e la loro successiva analisi in laboratorio. Sull’argomento è stato pubblicato un lungo articolo sul sito italiano del National Geographic, e un precedente post su Climalteranti […]
[…] raccolte dall’Associazione Macromicro. Le riprendiamo dal blog di informazione scientifica climalteranti, a cui rinviamo per un più approfondito […]
[…] nord. Tali differenze si ripercuotono nella dinamica delle aree glaciali. In post precedenti (qui e qui) gli autori hanno trattato l’effetto del cambiamento climatico sulla recessione dei ghiacciai […]