L’imbroglionica e lo scetticismo necessario
Il caso della presunta scoperta dell’energia piezonucleare mostra l’importanza di distinguere l’imbroglionica dalla ricerca seria di nuove fonti di energia necessarie per limitare il surriscaldamento globale.
Sta facendo un po’ discutere nel mondo scientifico la vicenda della presunta scoperta e implementazione dell’energia nucleare piezoelettrica.
In sintesi, alcuni ricercatori hanno sostenuto, anche in un articolo scientifico, di aver trovato un modo per produrre energia senza radiazioni né scorie, una specie di fusione fredda. Cosa che farebbe felici molti, in particolare quanti si occupano dei danni che la principale fra le attuali fonti energetiche, i combustibili fossili, sta causando al clima del pianeta.
In realtà se si approfondisce, se si leggono le forti obiezioni pubblicate dagli scienziati o il quadro generale spiegato da Sylvie Coyaud, con le modalità delle richieste di investimenti di fondi pubblici per validare la scoperta stessa, lo scetticismo è necessario.
La vicenda dell’energia piezonucleare ha molti aspetti in comune con tanti altri casi, che hanno riguardato anche il tema dei cambiamenti climatici. Casi di tesi deboli, se non strampalate, che hanno ottenuto notorietà per un breve periodo per finire poi cestinate senza appello. A volte per imperizia dei proponenti, altre per la ricerca di visibilità che da il cantare fuori dal coro, altre ancora per interessi meno trasparenti.
La storia della scienza è piena di esempi di studiosi svogliati, furbi, ma anche bugiardi e disonesti. Il libro di Federico Di Trocchio “Le bugie della scienza” è una rassegna divertente e impietosa dei casi più clamorosi, degli imbrogli di scienziati anche famosi. L’antica arte dell’imbroglio è diventata secondo Di Trocchio una disciplina scientifica, con tanto di nome, coniato da Tullio de Mauro, “Imbroglionica”:
Si tratta di una disciplina d’avanguardia che non costituisce materia di insegnamento ma fa ormai parte integrante del bagaglio culturale degli scienziati di professione. Essa non consiste nel rendere credibile l’incredibile e l’impossibile alla gente comune, come fanno astrologi, maghi, guaritori e volgari impostori, ma nel fare la stessa cosa con i propri colleghi. Il che è nello stesso tempo più facile e più difficile. Più facile perché spesso gli addetti ai lavori sono stranamente più ingenui degli ignoranti.
Ma imbrogliare gli scienziati è anche più difficile perché bisogna conoscere la materia e i dettagli delle tecniche sperimentali…
L’imbroglionica dunque è la scienza che insegna agli scienziati come imbrogliare gli altri scienziati. Questi a loro volta convincono i giornalisti i quali infine seducono le masse. Le quali masse non sono dunque le vere vittime dei falsi scientifici che, proprio per questo, non possono, a rigore, essere considerati come delitti contro la fede pubblica. Sono piuttosto truffe…
L’obiettivo reale è infatti costituito dagli scienziati che siedono negli organi statali di finanziamento della ricerca e che hanno il potere di decidere quali studi e quali ricercatori debbano essere sostenuti economicamente e con quanto…
Anche nel campo dei cambiamenti climatici ci sono diversi esempi di imbrogli, o quantomeno di tesi sostenute senza le necessarie verifiche e cautele, a volte teorie o illazioni buttate lì senza cura. Ne abbiamo già parlato su Climalteranti, dai batteri dormiglioni, ai vulcani sottomarini che riscaldano il mare artico, dal moto dei pianeti che guida il surriscaldamento del clima terrestre all’era glaciale imminente. E ce ne sarebbero altre, ad esempio il modello empirico che mostrerebbe la tendenza alla stabilizzazione delle concentrazioni di CO2 in atmosfera, che a volte tralasciamo per la loro palese insensatezza o per non doverci ripetere.
Viceversa, il famoso caso del “Climategate” che secondo alcuni avrebbe mostrato i presunti imbrogli degli scienziati del clima, per attribuire un maggiore peso alle attività umane negli attuali cambiamenti climatici, è ormai stato archiviato come un caso privo di sostanza. Non c’erano dati truccati, non sono stati ritirati o annullati i dati precedenti, o a più di due anni di distanza tutte le commissioni d’inchiesta (una due tre quattro cinque sei sette otto nove) hanno dato un responso unanime.
L’umanità intera sarebbe felice di scoprire che il riscaldamento globale non c’è, o che non è colpa nostra, o che esistono forme di energie accessibili senza grandi sforzi e a prezzi modesti, ma è necessario applicare il necessario scetticismo e non perdere tempo e energie in strade che non portano a nulla, motivate spesso da interessi monetari a breve termine.
Per chi non è esperto del settore, a volte non è facile districarsi far le tesi contrapposte. Però ci sono alcune regole che possono essere seguite.
Innanzitutto va ricordata la celebre frase di Carl Sagan “Extraordinary claims require extraordinary evidence”: se la scoperta è sensazionale, è diverso se è stata pubblicata su Science o Nature o su qualche rivista minore, in cui il controllo dei revisori può essere debole.
Inoltre, se il contesto in cui la ricerca si colloca si mostra opaco, con interferenze della politica, dell’ideologia o della religione, lo scetticismo è ancora più doveroso.
Infine, se chi sostiene la tesi straordinaria mostra riluttanza a discutere davvero nel merito, ma si comporta da avvocato difensore, magari rispondendo con stizza o arroganza alle critiche che vengono mosse, la probabilità che sia tutta una bufala raggiunge la certezza.
Per i giornalisti, molto utili le regole spiegate in questo post di Silvia Bencivelli.
Se si guardano le argomenti dell’energia piezonucleare, le modalità con cui la tesi è stata proposta o come si vorrebbe fosse verificata, usando soldi pubblici, come i critici sono stati aggrediti, si vede che è più che giustificato l’appello al Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca scientifica firmato da centinaia di ricercatori e docenti universitari, che può essere sottoscritto a questo indirizzo.
Anche gli scienziati sono esseri umani, e per questo molti degli errori fatti o che si faranno per cercare di risolvere i problemi dell’energia e del clima possono essere scusati. Ma in un periodo in cui i fondi pubblici alla ricerca sono più miseri che mai, distinguere la ricerca seria dall’imbroglionica è più che mai importante.
Testo di Stefano Caserini
5 responses so far
Ma perchè questi che sono vicini alle lobby religiose non fanno una bella preghiera per chiedere Dio di darci l’energia gratis dal sudore o di fermare direttamete il riscaldamento, invece di perdere tempo con ‘ste cose
L’altro giorno ho letto su Repubblica o il Corriere un articolone su questo, ormai il giochetto è stato scoperto
[…] L’imbroglionica e lo scetticismo necessario […]
[…] L’imbroglionica e lo scetticismo necessario […]
Sembra che il noto deputato Scilipoti organizzi un convegno presso la Camera dei Deputati su “una rivoluzione energetica non inquinante” e che lui stesso illustrerà il ruolo della fusione fredda. Previsto un intervento di Giulietto Chiesa. Chissà se partecipano anche questi dell’energia piezonucleare? Immagino che l’autorevole Libero garantirà un’adeguata copertura mediatica (temo che Nature invece ignorerà l’evento).
@Gianfranco
Convengo forse è dire molto. Quelli del piezonucleare non sono stati invitati o hanno declinato l’invito, non è chiaro.
Ma ci saranno due fisici della fusione fredda, il titolare della Promete che è anche un poeta, e il figlio di un ingegnere nucleare, a chiedere fondi pubblici agli on. Scilipoti, Chiesa e Zamparutti.
Il resto su Libero…