Assegnato il premio “A qualcuno piace caldo” 2016
Anche quest’anno, il raggiungimento dell’estensione minima dei ghiacci artici (nota 1) è l’occasione per l’assegnazione del Premio “A qualcuno piace caldo”, “alla persona o all’organizzazione italiana che più si è distinta nel diffondere argomentazioni e notizie errate sulla fenomenologia dei cambiamenti climatici, sugli impatti e sui costi e benefici delle misure di mitigazione”.
Esaminati i pretendenti per l’anno 2016, i membri del Comitato Scientifico di Climalteranti hanno per la prima volta assegnato il premio ex-aequo, all’associazione Amici della Terra e alla RAI Radio Televisione Italiana.
PREMIO “A QUALCUNO PIACE CALDO” 2016
AMICI DELLA TERRA
Motivazione
Per la continua pubblicazione, nella propria Newsletter L’astrolabio, di articoli che con argomenti deboli se non infondati cercano di mettere in discussione i capisaldi della scienza del clima, la serietà del lavoro degli scienziati che lavorano ai rapporti IPCC, e le preoccupazioni per il riscaldamento globale del pianeta.
RAI RADIO TELEVISIONE ITALIANA
Motivazione
Per aver interrotto Scala Mercalli, l’unica trasmissione esistente nel suo palinsesto in grado di informare in modo adeguato e approfondito sul tema del cambiamento climatico e altri temi ambientali scottanti, venendo meno al suo dovere, come servizio pubblico, di far conoscere i problemi del nostro tempo.
Per approfondimenti sui motivi che hanno permesso agli Amici della Terra di conseguire il premio, si rimanda a questo post Gli amici della serra, o al recente articolo “Dice Lomborg” in cui Giovannangelo Montecchi Palazzi sponsorizza acriticamente le stime economiche dello statistico danese (autore in passato di molte castronerie sul tema), e non è neppure capace di scrivere correttamente i nomi dell’IPCC (chiamato “International Panel for Climatic Changes” e non Intergovernmental Panel on Climate Change) e dell’UNFCCC (chiamata “Framework Conference on Climatic Changes” e non Framework Convention on Climatic Change).
Per quanto riguarda la RAI, si veda il post Appello per reintrodurre Scala Mercalli nel palinsesto RAI.
Quest’anno l’estensione minima del ghiaccio marino artico, registratasi il 13 settembre e pari a 4,64 milioni di chilometri quadrati, è stato l’ottavo valore più basso mai registrato nei 38 anni di osservazioni. In figura sono riportati gli andamenti della superficie di ghiaccio artico nel 2017 e nel 2012, insieme alla media 1981-2010.
31 responses so far
Premio agli “Amici della Terra”: certo che anche quest’ultimo articolo non fa che confermare in pieno il merito del premio.
Mamma RAI beccati ‘sto premio.
Gli altri invece non se li fila più nessuno nemmeno l’associazione internazionale cui appartenevano (Friends of the Earth) che li ha cacciati via con ignominia alcuni anni fa…
viva la rai
premio strameritato, tanto più che campano con quell’estorsione legalizzata nota come canone televisivo. (che, non possedendo l’apparecchio, sono orgoglioso di non pagare, fossero anche 10 euri, al modico costo di una raccomandata).
…, è stato l’ottavo valore più basso mai registrato nei 38 anni di osservazioni’
Diamine, non dirmi!… una volta di più la correlazione con la concentrazione della velenosissima CO2, in costante aumento nei 38 anni citati… correlazione alla base del paradigma climatocatastrofista va a farsi friggere? E adesso?
Non c’é problema: bastera’ introdurre un paio di altre variabili senza corrispondente fisico nei modellini farlocchi.
P.S.: la trasmissione di Mercalli, per quanto valga la penna parlare e sensibilizzare l’opinione pubblica su certi temi, l’ho trovata mal organizzata, basata su pre-concetti di parte, almeno per la sola puntata che ho visto interamente, quando parlava di energia.
E stendiamo un velo pietoso sulla scelta di fonti e link alla suddetta puntata sul sito web della trasmissione… come possa uno scienziato come lui fare una cosa del genere è inconcepibile.
Vedo Mercalli la mattina, prima delle 7, su rai3, e trovo che quando non fa propaganda dice cose sensate e interessanti… ben venga uno spazio per lui si canali pubblici Rai.
Guarda ho iniziato ad interessarmi ed ad aver dei dubbi sul riscaldamento di origine antropica proprio ascoltando Mercalli. Una decina di anni fa in una trasmissione radiofonica che parlava di decrescita felice (allora molto in voga) gli fu rivolta questa domanda: “ma cosa puó fare ognuno di noi nel quotidiano per ridurre le emissioni di co2?” Rispose che nel suo piccolo per esempio raccoglieva le zucchine a chilometro zero coltivate nel suo giardino…. non so provate a sfamare 7 miliardi di persone con le zucchine nel giardino; a voi i commenti
@ robertok06
“Diamine, non dirmi!… ecc ecc…”
certo, non preoccupiamoci, in effetti il ghiaccio marino artico sta chiaramente aumentando
http://psc.apl.uw.edu/wordpress/wp-content/uploads/schweiger/ice_volume/BPIOMASIceVolumeAnomalyCurrentV2.1.png
tutto bene!! e abbasso i modelli !!
@Antonio
Bravo, ottimo grafico… si vede che il trend di diminuzione del ghiaccio artico nel 1980, con la concentrazione di CO2 sotto ai 340 ppmV, è LA STESSA. del 2017, con la CO2 sopra ai 400ppmV.
Come diceva quella battuta famosa di Ritorno al Futuro?
‘Toc! Toc! Anybody home?’
Riprova con calma e razionalità, ok?
Ciao.
Scala Mercalli: premio meritatissimo per la RAI. Si trattava, in effetti, di una delle migliori trasmissioni tv in italiano, molto ben fatta, molto istruttiva, molto approfondita e scientificamente indiscutibile, assolutamente priva di ideologismo e propaganda e con documentari seri, pertinenti ed adeguati e ospiti di tutto rilievo. Per fortuna che la RAI tiene almeno ancora in vita il sito web, con la possibilità di rivedere le puntate e con una ricca fonte di link tematici utili e interessanti.
Mi scusi Robertok06, ma guardi che nessuno, tra gli scienziati del clima, dice che esiste una proporzionalità diretta tra aumento di CO2 atmosferica e diminuzione del ghiaccio artico, perché se qualcuno lo facesse, avrebbe capito molto poco sulle dinamiche dei sistemi complessi, che non sono sistemi fisici semplici e controllati. Inoltre mi sembra di capire che lei nella sua valutazione confonda il trend con la variazione annuale dell’estensione del ghiaccio marino. Quindi sostanzialmente non capisco su che cosa verta la critica.
@fabio vomiero
‘
Mi scusi Robertok06, ma guardi che nessuno, tra gli scienziati del clima, dice che esiste una proporzionalità diretta tra aumento di CO2 atmosferica e diminuzione del ghiaccio artico, ‘
No? Mi prendi per il culo o che?
Questo l’ho trovato su climatecentral…
http://www.climatecentral.org/news/heres-how-much-co2-will-make-the-arctic-ice-free-20844
‘For every round-trip transatlantic flight or just two months of a home’s electricity use, 30 square feet of Arctic sea ice is lost, according to a new study that lays out in the simplest possible terms the relationship between heat-trapping greenhouse gas emissions and the precipitous decline of sea ice.’
… che come vedi cita uno studio scientifico peer-reviewed su Science.
Altri esempi a richiesta.
E tu/voi vorreste essere presi sul serio? Ma dai!
P.S.: non confondo le due cose, non preoccuparti.
@ Robertok06
“si vede che il trend di diminuzione del ghiaccio artico nel 1980, con la concentrazione di CO2 sotto ai 340 ppmV, è LA STESSA. del 2017, con la CO2 sopra ai 400ppmV”
Su dai.. il concetto di tendenza non dovrebbe essere troppo difficile da capire anche per un improvvisato esperto di climatologia come Lei…
L’articolo di cui parla non dice che il valore di ogni anno è legato alle concentrazioni di CO2 in atmosfera di ogni anno, ovviamente.
Le metto qui l’abstract
Arctic sea ice is retreating rapidly, raising prospects of a future ice-free Arctic Ocean during summer. Because climate-model simulations of the sea-ice loss differ substantially, we used a robust linear relationship between monthly-mean September sea-ice area and cumulative carbon dioxide (CO2) emissions to infer the future evolution of Arctic summer sea ice directly from the observational record. The observed linear relationship implies a sustained loss of 3 ± 0.3 square meters of September sea-ice area per metric ton of CO2 emission. On the basis of this sensitivity, Arctic sea ice will be lost throughout September for an additional 1000 gigatons of CO2 emissions. Most models show a lower sensitivity, which is possibly linked to an underestimation of the modeled increase in incoming longwave radiation and of the modeled transient climate response.
se non capisce che la “robust linear relationship” non è messa in discussione dai valori di un anno o dell’altro, ma conta la tendenza.. beh… occupi meglio il suo tempo… le suggerisco fra un’oretta Napoli-Cagliari.
sapevano tutti (credo anche Mercalli) che la trasmissione sarebbe stata interrotta..quindi secondo me alla Rai va almeno riconosciuto il fatto di averla mandata in onda (e non me lo sarei mai aspettato coi tempi e coi palinsesti che corrono..).
Comunque le sentenze vanno rispettate 🙂 ..
Io non ho accesso all’articolo completo, però credo che si parli di robusta correlazione tra le due grandezze più che di proporzionalità diretta, come lei lasciava intendere nel suo commento. Perché, se così non fosse, a mio avviso l’articolo potrebbe allora peccare di “ingenuità”, non sarebbe la prima volta che accade, lei mi insegna che un singolo articolo, anche se peer-review, non sempre corrisponde a quanto condiviso invece dalla comunità scientifica; infatti è anche per questo che lei, come altri, attuando un abile cherry picking della letteratura riuscite a “dimostrare” qualsiasi cosa. Altrimenti non ci sarebbe bisogno dei modelli fisico-matematici per le proiezioni sulla calotta artica, in quanto il semplice conticino potrebbe farlo anche mia figlia di seconda media. Detto questo, è ovvio che nell’ambito dell’attuale teoria del riscaldamento globale, più CO2 (anche antropica) significa temperature più alte, e ciò si traduce inevitabilmente anche in una tendenza alla diminuzione dell’estensione dei ghiacci marini artici. Dobbiamo tenere conto però che ci sono anche molti altri fattori e meccanismi feed-back che agiscono sinergicamente o antagonisticamente sul sistema, ecco perchè non ci si deve aspettare che ad ogni anno di aumento della CO2 atmosferica, diminuisca ogni anno il ghiaccio marino artico, così come non ci si deve aspettare che per ogni anno di aumento della CO2 corrisponda un altrettanto aumento delle temperature medie globali.
La RAI si è resa conto che arrivando il freddo diventava difficile sostenere il caldo.
https://m.phys.org/news/2017-02-rapid-north-atlantic-cooling-21st.html
@Fabio
L’articolo completo . È evidente che dice quello che riporta e che sottolinea anche Antonio, non ci sarebbe nemmeno bisogno di rimarcarlo.
Sul tema ho appena scritto anche io un post.
@Macio
non c’entra un piffero con il thread del post, ma la RAI non può certo essersi resa conto di questa sua opinione sulla base di un lavoro uscito a febbraio 2017* e decidere di interrompere la trasmissione un anno prima! Cause che precedono effetti, questa logica sconosciuta…
* Il lavoro parla del raffreddamento del Nordatlantico (una cosa già da tempo dibattuta nella comunità scientifica, per esempio ), non del fatto che il GW diventi, in questo modo, insostenibile.
Scusate se insisto, ma tentare di ragionare con robertoK è utile quanto ragionare con un cinghiale che incontrate nei boschi.
Come vi dicevo sono anni che lo incrocio nei vari blog su energia e clima, su cui 10000 volte ha ripetuto le sue stesse obiezioni, per le quali gli sono state ripetute 100000 volte le stesse spiegazioni.
Anche nel caso dello scioglimento dei ghiacci artici, come per le temperature medie del pianeta, gli sarà stato ripetuto 100 volte che sono dinamiche complesse, che dipendono certo dalle temperature medie globali, ma anche dal meteo, e che quindi anche se le prime aumentano costantemente a causa del cambiamento climatico, il secondo fattore può aggiungersi o sottrarsi al primo, riducendo il risultato complessivo (come quest’anno, che ha avuto un’estate coperta e priva di tempeste sull’Artico) o amplificandolo (come nel 2012, con una estate artica soleggiata e con un paio di forti tempeste). Il risultato è una media in continua discesa, ma con alti e bassi annuali.
Ma nulla, tutte le volte torna a fare le stesse obiezioni come se nulla fosse.
Quindi o non capisce proprio o fa finta di non capire o il suo bias cognitivo gli impedisce di assimilare queste antipatiche nozioni che vanno contro alle convinzioni su cui ha fondato la propria identità personale. e quindi piuttosto che rimettere in discussione questa (il tipo ha un Io grande come il Pentagono) preferisce cancellare le altre.
In tutti i casi dargli gentili spiegazioni è solo tempo perso, è qui per fare il bullo, non per imparare.
Perché si frequenta questo blog per imparare?
@caserini
Mi pareva di aver capito che i messaggi che violano uno o più articoli della nétiquette fossero cancellati… noto invece che l’utente steph continua a fregarsene della regola di non postare più di un link e che tale link non possa essere ad un altro blog (il suo, in questo caso)… e tralasciamo gli innumerevoli off-topic del suddetto…
Noto anche che per almeno la terza volta si permette all’utente alsarago58, detto il Rosicator da Vinci, di scrivere un lungo e pedante messaggio totalmente off-topic rivolto unicamente al sottoscritto… non si può neanche parlare di off-topic in questo caso, non sa cosa sia.
Sicuro che giustizia sarà fatta, la saluto cordialmente.
P.S. : tanto per restare sul almeno un po’ on-topic, parlando di ghiaccio e Polo nord
https://www.dmi.dk/en/groenland/maalinger/greenland-ice-sheet-surface-mass-budget/
… una inconvenient truth di cui non si parla molto, praticamente mai… ssst!… soprattutto che non si sappia in giro che la Groenlandia, dopo il minimo del 2011-2012, quando si parlava ogni giorno di quanta massa di ghiaccio stesse perdendo, da un po’ di anni invece la sua massa sta… 🙂
robertok06
L’utente steph sa anche leggere il punto 5 della netiquette, a differenza dell’utente robertok06. Punto che recita:
“Ogni commento può contenere al massimo un link, ma non a commenti su altri blog”
Passi per il numero di link, effettivamente (cercherò di contenermi). Ma non c’è scritto che il link non possa essere ad un altro blog (ovvero: ad un post), bensì a *commenti* su altri blog. Problemi anche con l’italiano?
“e tralasciamo gli innumerevoli off-topic del suddetto”
Esempi, in questo post? Guarda che io non sono Macio. E neppure robertok06 quando confonde ghiaccio marino con calotta groenlandese.
@roberto
Come le ha ricordato giustamente Steph, si stava parlando di ghiaccio marino, comunque sia, l’articolo che lei ha postato mi sembra testimoniare che, dai dati che abbiamo, anche il ghiaccio continentale della Groenlandia sia in diminuzione: “The calving loss is greater than the gain from surface mass balance, and Greenland is losing mass at about 200 Gt/yr.” Peraltro in accordo con i dati Cryosat, forse il meglio che abbiamo e che parlano di scioglimento (in generale) di circa 375 Km cubi all’anno di ghiaccio continentale dalla piattaforma groenlandese, concentrato soprattutto nelle zone costiere meridionali e occidentali. Dal 2009 la perdita del volume sarebbe aumentata di un fattore due. Un esempio anche qui: http://www.esa.int/Our_Activities/Observing_the_Earth/CryoSat/CryoSat_reveals_recent_Greenland_ice_loss
@macio
Sì, mi pare di capire che forse anche lei, come tutti noi, abbia tanto da imparare da un blog serio e competente come quello di climalteranti.
@Steph
La ringrazio Steph, il suo pezzo sullo stato del ghiaccio artico è veramente ben fatto, chiaro e completo. Probabilmente uno dei migliori su questo tema che io abbia visto in circolazione.
Un recentissimo studio di attribuzione sulla eccezionale ondata di calore estivo nell’Europa meridionale nel 2017
https://wwa.climatecentral.org/analyses/euro-mediterranean-heat-summer-2017/
@steph
“Passi per il numero di link, effettivamente (cercherò di contenermi). Ma non c’è scritto che il link non possa essere ad un altro blog (ovvero: ad un post), bensì a *commenti* su altri blog. Problemi anche con l’italiano?”
Neanche per idea!… cliccando sul tuo “qui” si arriva al tuo post CON commenti… e l’off-topic, in questo caso, e’ la “flanella nordatlantica”… che c’azzecca col ghiaccio artico?
Steph: continuando ad arrampicarti sullo specchio cosi’ arriverai presto nella stratosfera… ti sei portato le bombole d’ossigeno almeno? Riprova con calma.
“e tralasciamo gli innumerevoli off-topic del suddetto”
Esempi, in questo post? Guarda che io non sono Macio. E neppure robertok06 quando confonde ghiaccio marino con calotta groenlandese.”
Esempio qui sopra: la flanella… per non parlare degli altri casi su altri articoli qui su Climalterati.
Sei in buona compagnia, comunque… poco sotto al tuo commento c’e’ quello del sotutto da vinci alsarago58 che parla di ondata di calore estivo in Europa, un altro suo cavallo (brocco) da battaglia… il famoso clima su un anno di trend… anzi, poche settimane.
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@steph
Sulla pochezza della puntata di Scala Mercalli sui temi energetici legati al clima vorrei risponderti, ma non posso farlo dato che ci vorrebbe molto di piu’ dei 2000 caratteri che si possono utilizzare al massimo qui, e anche perche’ questo e’ la mia ultima cartuccia… quinto messaggio… e’ finita per me su questo argomento.
Ad ogni modo… se vuoi ne possiamo parlare sul tuo blog, non c’e’ problema, devi solo dirmelo.
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@fabio vomiero:
Ti credo che registrano un aumento/raddoppio… hanno scelto di calcolarlo su 3 anni, anni durante i quali c’e’ stato UN episodio di fusione del ghiaccio anomala… a causa di condizioni METEO eccezionali.
“Between 2011 and 2014, Greenland lost around one trillion tonnes of ice. This corresponds to a 0.75 mm contribution to global sea-level rise each year – about twice the average of the preceding two decades.”
Un paio di commenti (miei) fa ho postato un link ad un articolo dove calcolavano una media su un periodo di 12 anni, e dato che il risultato non piaceva a caserini lui ma ha detto “… ma per favore, Kersevan… la media su 12 anni?”… qui la calcolano su 3 anni… lascio a te le conclusioni.
robertok06
“Neanche per idea!… cliccando sul tuo “qui” si arriva al tuo post CON commenti”
Il punto 5 della netiquette dice che puoi linkare un post di un blog ma non uno specifico commento di un blog. Sveglia! È così difficile, per te, l’italiano?
“Arrampicate sullo specchio”
Proiezioni, queste sconosciute…
“Off-topic”
Letto il primo commento tremendamente in topic di Macio o volutamente ignorato?
@Fabio Vomiero
la ringrazio molto dell’apprezzamento!
@Macio
il ragionamento è che in un panorama di decrescita i beni essenziali potrebbero essere assicurati a tutti (a Lei risulta che con l’attuale sistema economico tutti godano alla stessa maniera dei beni essenziali, o che tutti mangino o che tutti abbiano un tetto?), mentre in un panorama di decrescita (che ci sarà inevitabilmente..) feroce, molto probabilmente il divario tra ricchi e molto, molto poveri sarà enorme..con le conseguenze del caso..
E’ un po’ il ragionamento che si dipana coi cambiamenti climatici (e in tanti altri ambiti); dovremmo cercare di non peggiorare le cose e di tentare almeno una mitigazione..non ha senso continuare col business as usual e sperimentare ‘di persona’ i danni a cui saranno assoggettate le generazioni future.
Rischiamo di fare come il tizio che per fare un dispetto alla moglie..se lo tagliò.
@stefano
“il ragionamento è che in un panorama di decrescita i beni essenziali potrebbero essere assicurati a tutti ”
Neanche per idea! L’ossimoronica “decrescita felice” vuol dire “medioevo per tutti”… e nel medioevo nulla veniva assicurato a nessuno.
La DC implica un calo notevole delle attivita’ industriali, delle economie, e di altri fattori legati alla ricchezza complessiva del pianeta (la correlazione e’ evidente).
Senza un “surplus” di ricchezza non si fa, tanto per cominciare, ricerca scientifica, perche’ non ci si puo’ permettere di spendere soldi per cercare il bosone di higgs, tanto per fare un esempio.
Aderire al principio della DC e’ peggio del tizio che vuol fare un dispetto alla moglie… e’ tirarsi con un bazooka su quelle appendici sotto al pezzo tagliato dal tizio. 🙂
Infatti i paesi più attenti all’ambiente sono propri quelli con il pil procapite più alto. Difficilmente dove si fatica a mettere insieme pranzo e cena c’è tempo per pensare alla co2 di origine antropica e ai relativi presunti disastri
@roberto
@Macio
Sulla decrescita direi che non si tratta di opinioni ma di risorse.
Decrescere è il nostro destino..possiamo decidere di farlo con un minimo di raziocinio oppure random, ma in questo caso le conseguenze sono le guerre e i militari ai confini..e mi pare che qualcuno inizi ad accorgersene anche a livello politico.
Le nazioni più ricche sono quelle più attente ma anche quelle che consumano di più; oppure vogliamo confrontare i consumi di un danese con quelli di un africano o anche di un cinese?
A proposito di medioevo..dalle mie parti una coppia di ragazzi ha perso il lavoro e quindi, per un assioma assurdo presente per fortuna in pochissime nazioni, sta perdendo la casa; questo è vero medioevo..altro ché..
@ macio/roberto
ad integrazione della risposta di stefano carnevali, che condivido
questo blog si occupa soprattutto (vedi il post dove stiamo commentando) della disinformazione nel campo del clima. Il suo accenno ai “presunti” disastri dimostra che di climalteranti e simili purtroppo vi è ancora bisogno, ma se vorrà penso che non mancheranno occasioni per commentare nei post più adatti.
In merito alla mitigazione climatica (riduzione delle emissioni di GHG) molti, anzi moltissimi, come Mercalli, e qui entriamo più in topic, credono che questa, oltre che dalle nuove tecnologie, debba passare anche da un cambiamento degli stili di vita, ovviamente di chi può permetterselo, dunque degli occidentali più benestanti. Scegliere, la domenica mattina, di coltivare un orto, assicurandosi tra l’altro della verdura fresca può procurare molte soddisfazioni ed è uno dei tanti modi di declinare il concetto di sobrietà, particolarmente se l’hobby dell’orto, si sostituisce ad uscita con il suv per rombare su qualche tornante di montagna, come ci suggerisce assiduamente la pubblicità.
(qualcuno pensa, veramente intendo, che, al di là del problema climatico, ci siano abbastanza risorse materiali e spazi per permettere a 10 miliardi di homo di possedere e usare tutti i giorni un suv?
Chiudo questo troppo lungo commento per rassicurare i vari macio/roberti (e preoccupare tutti gli altri):
quello della decrescita è un tema talmente delicato e impopolare da essere tabù perfino tra la maggioranza dei sedicenti ambientalisti, i quali, non per niente hanno inventato l’ossimorico termine di sviluppo sostenibile. La maggioranza dei sedicenti sopra, in buona fede, crede che si possa andare avanti più o meno uguale, (svolazzamenti vacanzieri in giro per il mondo compresi), purchè si faccia la raccolta differenziata, si compri qualche fragola bio, si sia a favore dell’accoglienza e della pace del mondo ecc
@stefano carnevali (sperando che passi… sono in over-quota… ma e’ interessante come argomento…)
Ognuno puo’ credere alle leggende che vuole… vorrei solo far notare che nei paesi dove la “decrescita felice” non e’ necessaria (perche’ vivono gia’ “in equilibrio con la natura” e di sole risorse “rinnovabili”) la situazione da te evocata…
“… dalle mie parti una coppia di ragazzi ha perso il lavoro e quindi, per un assioma assurdo presente per fortuna in pochissime nazioni, sta perdendo la casa”
… per loro fortuna non si pone, dato che la “casa” in questione e’ fatta di mattoni di sterco, o di fango, o di pezzi di bambu’ con foglie come pareti, esempi qui goo.gl/5mhPts
Oh!… de gustibus… pero’ io continuo a vedere solo gente che da noi e’ sensibile e/o favorevole alla “decrescita felice” ma vive all’occidentale… case di mattoni, riscaldamento, aria condizionata… bici elettriche, e non, da 2000 e piu’ Euri… internet… vaccini… medicine… ospedali… scuole… strade… aeroporti… energia elettrica… e che vanno nei suddetti paesi “in equilibrio con la natura” solo per turismo o, quando va bene, per fare volontariato per periodi brevi (causa nobilissima, sia chiaro).
In attesa di esempi concreti che vadano contro a queste mie parole, saluto.
R.
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