“A qualcuno piace caldo, Errori e leggende sul clima che cambia” di Stefano Caserini
Nell’informazione sui cambiamenti climatici si assiste a una pericolosa biforcazione. Da un lato, la quasi totalità degli scienziati concorda nell’individuare le attività umane quali principali responsabili dell’aumento di CO2 nell’atmosfera e quindi della crescita delle temperature globali; dall’altro, sui media trovano spazio argomentazioni che di scientifico spesso hanno poco e che negano qualunque valore all’imponente mole di evidenze che si va accumulando. Per riportare il dibattito entro i limiti di una discussione scientificamente corretta, in “A qualcuno piace caldo” si analizzano le posizioni dei “negazionisti” evidenziandone, con ironia e senza tecnicismi, le fragilità, le incoerenze, le manipolazioni e, in alcuni casi, i condizionamenti esercitati da lobby e gruppi di pressione. Una lettura indispensabile per comprendere un fenomeno che tocca molto da vicino la vita di ciascuno di noi.
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L’indice del Libro
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Premessa
Parte prima un’introduzione al negazionismo climatico
Incertezza, verità, probabilità
L’autorevolezza, l’autorità e l’incompetenza
Le riviste scientifiche, la revisione e la selezione delle fonti
Il consenso nella comunitÀ scientifica
Parte seconda argomenti negazionisti
I cambiamenti climatici in dieci passi
Emissioni, vulcani e moscerini
La CO2 cresce?
La temperatura cresce?
Le stagioni di una volta
Mazze e commissioni
Il ghiaccio non si scioglie
Colpi di sole,macchie solari, raggi cosmici
Ciclomanie e discontinuità
Il livello del mare
Modelli e previsioni
Non tutto il male
Non ora, non qui
Oh, kyoto
Solo se gli altri…
Parte terza profili negazionisti
Lindzen double face
Ambiente è sviluppo: il ministero insegna il negazionismo
Clima teo-con
Galileo chi?
Comitato antiscientifico
Il clima spiegato dagli economisti
Ricercatori, meteorologi, geologi
Parte quarta in limine
Cabaret climatico
Fra l’allarmismo e il negazionismo
La sconfitta del negazionismo
Opposti estremismi
Pensare globalmente, rinviare localmente
Parte quinta riferimenti
L’ipcc e il quarto rapporto di valutazione